IL BOOKLET DELL’ESA

Zero debris entro il 2030: un obiettivo possibile?



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L’Agenzia spaziale europea mette nero su bianco una “to do list” che fa leva sul rafforzamento della cooperazione internazionale. Il target è ambizioso ma è solo un tassello della strategia che nel lungo termine punta a una vera e propria economia circolare dello Spazio

Pubblicato il 20 gen 2025



space debris – detriti spaziali – rifiuti spaziali 3

“Nel settore spaziale c’è una crescente volontà di affrontare il problema dei detriti spaziali. Tuttavia, manca ancora gran parte della tecnologia necessaria per mitigare o prevenire i rischi. Prevenire nuovi detriti, evitare collisioni e la tempestiva rimozione dei satelliti dall’orbita al termine della loro missione sono sfide complesse che richiedono ciascuna una serie di soluzioni pratiche”.

All’Esa c’è consapevolezza della difficoltà della sfida da affrontare per assicurare una sostenibilità in orbita e un’economia circolare dello Spazio. Una contezza del problema che l’Agenzia spaziale europea sottolinea anche nello Zero Debris Technical Booklet, il documento guidato dalla comunità che identifica le tecnologie che contribuiranno all’obiettivo Zero Debris entro il 2030. In sostanza, il Booklet forma una “lista delle cose da fare” (“to do list”) tecnica per raggiungere il traguardo dello Zero Debris per la fine del decennio.

La Zero Debris Charter

La Zero Debris community, composta dai firmatari della Zero Debris Charter e promossa dall’Esa, lavora collettivamente per ridurre al minimo il rilascio di nuovi detriti e a mitigarne l’impatto sulle persone, sulle infrastrutture e sull’ambiente terrestre. Per incoraggiare inoltre gli sforzi per migliorare la consapevolezza e la comprensione dell’importanza della questione.

Gli obiettivi della Charter sono un punto di riferimento, in quanto attribuiscono numeri precisi a quelli che sono considerati livelli di rischio raggiungibili per rientri, collisioni e, naturalmente, generazione di detriti.

18 Paesi e 100 aziende

Firmando il testo della Charter, 18 Paesi e ben oltre un centinaio di aziende, organizzazioni e istituti accademici hanno promesso il loro impegno nel primo anno dalla pubblicazione della Charter nel novembre 2023. Da allora, la comunità si è messa al lavoro durante varie conferenze e workshop per raggiungere un traguardo importante con la pubblicazione del

Booklet tecnico

Nel Zero Debris Technical Booklet sono presentate esigenze e soluzioni tecniche che collettivamente forniscono i mezzi per raggiungere gli obiettivi della Zero Debris Charter. È stato sviluppato da un team di ingegneri, operatori, avvocati, scienziati e politici.

Sei obiettivi

Nel documento sono stati identificati sei obiettivi tecnologici chiave che sono essenziali per raggiungere gli obiettivi Zero Debris: primo, impedire il rilascio di nuovi detriti su qualsiasi scala, da piccole particelle a corpi di razzi; secondo, prevenire la generazione di detriti tramite collisioni o rotture; terzo, migliorare la sorveglianza e il coordinamento del traffico spaziale; quarto, liberare tempestivamente i satelliti dalle orbite geostazionarie e basse terrestri importanti dopo la fine della loro missione; quinto, prevenire vittime a terra a seguito di rientri; sesto, imparare a conoscere meglio i detriti spaziali e i loro effetti per poterli mitigare, compresi gli effetti sulla nostra atmosfera e le osservazioni astronomiche.

Oltre un futuro Zero Debris

Il futuro che l’Esa immagina è ancora più luminoso. Raggiungere Zero Debris entro il 2030 è un obiettivo ambizioso, ma è solo un aspetto della vera sostenibilità nello spazio. A lungo termine, l’Agenzia si impegna a realizzare un’economia circolare nello spazio.

La manutenzione, la produzione e il riciclaggio in orbita nello spazio aumenteranno la longevità dei satelliti e ridurranno la domanda di risorse, il tutto mantenendo un approccio Zero Debris insieme alla Zero Debris community nel settore spaziale europeo e globale.

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