Gli utenti di domani della connettività non saranno interessati alla tecnologia che usano, ma alla semplicità di accesso ed utilizzo. Per questo gli operatori di reti 5G e di Internet satellitare possono solo beneficiare dalla loro convergenza e interoperabilità abbattendo i costi e permettendo a chiunque di avvicinarsi con naturalezza a questo tipo di servizi.
Lo sostiene Bruno Fromont, chief technical officer di Intelsat, azienda di telecomunicazioni che sta spingendo proprio sull’interoperabilità tra reti satellitari e terresti per diventare più orientata al software e capace, in questo modo, di creare un modello di business che elimina tutte le complessità e le difficoltà burocratiche. Fromont vede benefici anche dalla collaborazione con “frenemies” (crasi anglofona tra friends e enemies, amici e nemici) come SpaceX per rendere complementari le reti e offrire al cliente un accesso facile e veloce ai servizi.
La prospettiva più interessante, secondo il manager di Intelsat, è proprio nell’interazione tra il 5G e le cosiddette Ntn (Non-Terrestrial-Network) tanto che la 3GGP (Third Generation Partnership Project) sta già pensando ad una vera e propria integrazione di quest’ultime nello standard 5G. Insomma, la visione è per una tecnologia che offra soluzioni semplici ed intuitive a questioni complesse come, ad esempio, la disponibilità di una connettività di alto livello anche in zone remote, non o difficilmente raggiungibili da qualsiasi rete terrestre, ma senza costringere l’utente a duplicazioni di fornitura o di altro genere.
È dello stesso avviso anche David Haight, vice presidente per l’IoT di Globalstar secondo cui la crescita della Internet of Things, a partire da quelli cui ambisce la sua azienda, dipende strettamente dagli accordi di collaborazione in tutto il mondo. Ci sono inoltre molte sovrapposizioni tra operatori che potrebbero essere superate con benefici di costi e di business per tutti e con la possibilità di raggiungere un maggior numero di clienti. Ulteriore potenziale per il futuro è rappresentato dai moduli IoT bidirezionali che permetteranno ad ogni “cosa” connessa con la Rete non solo di segnalare la propria posizione, ma di elevare il grado di interattività e coinvolgimento da parte dell’utente.