I terminali di Starlink potranno essere installati su mezzi in movimento. Lo ha stabilito la Federal Communications Commission aprendo per SpaceX e altri operatori analoghi un nuovo capitolo per il suo servizio di internet satellitare a banda larga a favore di una nuova e corposa fascia di clienti, soprattutto B2B.
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Accordi già pronti
Primi fra tutti, le compagnie di trasporto aereo con le quali la società di Hawthorne ha già stabilito accordi preliminari non prima aver compiuto test che hanno coinvolto anche l’aeronautica militare degli Stati Uniti e la Gulftream, costruttore di jet business tra i più apprezzati a livello mondiale. Ad attendere il pronunciamento dell’agenzia di Washington vi sono la JSX e la Hawaiian airlines, che hanno già firmato in anticipo un accordo di utilizzo per i loro velivoli, ma potrebbero esserci alla finestra società molto più grandi. Tra queste – come anticipato dal Wall Street Journal – potrebbe esserci la Delta. Come è noto, ci sono già compagnie aeree che offrono Internet in volo ai loro passeggeri, ma con diverse limitazioni di traffico e copertura che Starlink invece annullerebbe in un sol colpo con velocità e tempi di risposta nettamente migliori grazie all’orbita in bassa quota dei satelliti.
Le potenzialità di mercato per Starlink
Tra i clienti potenziali ci sono anche le società di trasporto marittimo e terrestre, come bus e treni. Elon Musk invece ha negato che, al momento, vi sia la possibilità tecnica di installare gli apparati di ricetrasmissione sulle automobili e, più segnatamente sulle Tesla, permettendo un balzo in avanti sia per la connettività mobile sia per la guida autonoma, grazie alla maggiore ridondanza di dati. Il problema è l’ingombro dell’antenna (al quale stanno lavorando anche altre aziende), ma è evidente che Starlink punta a questo per un duplice obiettivo: diventare il fornitore di riferimento per ogni mezzo semovente e che fa parte di Internet delle Cose; guadagnare terreno rispetto alla principale tecnologia concorrente dell’Internet satellitare, ovvero il 5G.
Il confronto con il 5G
In palio c’è non solo la fascia di mercato rappresentata dai mezzi terrestri, ma anche delle aree non raggiunte da rete cablata e, in ogni caso, non raggiungibili dal 5G. In questo confronto si inquadra la lotta con gli operatori come Dish Network: da un lato il nuovo operatore 5G si è appellata alla Fcc per impedire che Starlink non possa essere installato su mezzi in movimento poiché, essendo un impianto di ricetrasmissione, ha bisogno di un’approvazione specifica; dall’altro, SpaceX ha presentato all’agenzia di Washington un proprio studio nel quale si dimostrerebbe che il 5G rischia di rendere inservibili i terminali di Starlink qualora fosse autorizzato l’utilizzo della banda intorno a 12 GHz per gli operatori 5G.
In caso di interferenza, ci pensi Starlink
In questo confronto, la decisione della Fcc sembra dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Da un lato, stabilisce il diritto di installare i terminali degli operatori di Internet satellitare su mezzi di trasporto. Dall’altro però condiziona tale licenza ad alcune condizioni come “accettare ogni interferenza ricevuta sia da parte di servizi attuali sia futuri autorizzati” per le quali Starlink “si assume il rischio che la propria operatività sia soggetta a condizioni o a requisiti aggiuntivi”. Dunque è più facile che, nella disputa con Dish e gli altri operatori 5G, debba essere SpaceX a trovare una soluzione tecnica, accollandosene i costi.
Internet satellitare si è messa in movimento
C’è da supporre che, vista l’impossibilità tecnica di installare Starlink sulle automobili, dunque su mezzi di mobilità individuale posseduti o utilizzati da privati, SpaceX per il momento si accontenti e non voglia affondare il colpo per fare in modo che i propri terminali possano essere installati anche su pick-up, motorhome o yacht. Nel frattempo Starlink è già pronta per un servizio di portability fee, ma questo dà il diritto all’utente che ha già un utenza domestica di poterla utilizzare in altri luoghi per periodi limitati (dunque trasportando con sé le apparecchiature), ma non utilizzandole in movimento. C’è però da scommettere che, una volta che sarà sviluppato un sistema abbastanza compatto da poter essere alloggiato all’interno di una vettura, l’azienda di Elon Musk torni alla carica per vedere riconosciuto anche questo diritto in nome della concorrenza, della disponibilità di servizi dove neppure la rete 5G riesce ad arrivare e della sicurezza.