SpaceX di Elon Musk non può più sostenere i costi della rete di comunicazione garantita da circa 20 mila terminali per l’internet satellitare – il progetto Starlink – donati in settembre all’Ucraina. Per questo motivo, chiede al Pentagono di far fronte a questa spesa. È quanto rivela, in sintesi, un articolo pubblicato dalla Cnn.
Musk sostiene che “l’operazione sia costata finora a SpaceX 80 milioni di dollari e che supererà i 100 milioni di dollari entro la fine dell’anno”. Stando alle carte che ha in mano la Cnn, a settembre la SpaceX di Musk ha inviato “una lettera al Pentagono dicendo che non può più continuare a finanziare il servizio Starlink”. La lettera “richiedeva anche che il Pentagono assumesse i finanziamenti per il governo ucraino e l’uso militare di Starlink, che secondo SpaceX costerebbe circa 120 milioni di dollari entro fine anno e potrebbe costare fino a 400 milioni di dollari nei successivi 12 mesi”.
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L’esercito di Kiev aveva chiesto altri 8.000 terminali Starkink
“Non siamo nella posizione di donare altri terminali all’Ucraina o di finanziare i terminali esistenti per un indefinito periodo di tempo”, riporta ancora la lettera che sarebbe stata inviata a Washington dal direttore di SpaceX per le vendite governative.
Stando alla missiva, in luglio il comandante generale dell’esercito ucraino, il geneale Valerii Zaluzhniy, aveva richiesto a Musk circa altri 8.000 terminali Starlink, rivela la Cnn. Terminali che sono una fonte vitale di informazioni per le truppe di Kiev, consentendo loro di combattere e di restare collegate anche quanto i network per i cellulari ed internet sono distrutti nella guerra con i russi.
Recentemente però sono circolate notizie, non smentite da Musk, di blackout del servizio e perdite di comunicazione, con conseguenze per la prima linea e per il proseguimento della controffensiva.
La controversa proposta di pace di Musk
Nei giorni scorsi Musk aveva lanciato una controversa proposta di pace nella guerra tra Ucraina e Russia che prevede la cessione della Crimea e la ripetizione dei referendum nelle regioni orientali sotto l’egida dell’Onu. Proposta accolta positivamente da Mosca ma non dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che aveva chiesto al magnate americano da che parte stesse. Musk aveva risposto che sostiene ancora molto Kiev ma teme una escalation.