Con l’Italia in prima fila, un consorzio di imprese finanziato dall’Unione europea sta sviluppando dei sensori per aiutare i satelliti a navigare con maggiore precisione e consentire ai droni di volare più a lungo. Si tratta del progetto Inphomir che prevede di creare due nuovi sensori a bassissimo consumo, un giroscopio ottico e un sensore lidar specializzato per rendere le missioni spaziali più efficienti e convenienti. Il progetto ha un costo di 5 milioni di euro ed è finanziato da Horizon Europe, il programma di finanziamento dell’Ue per la ricerca e l’innovazione.
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Consorzio internazionale
Il progetto multidisciplinare è coordinato dall’azienda italiana Gem Elettronica e si concluderà nel 2027. Include altri otto partner: Politecnico di Bari e altre due imprese italiane: Sigma Ingegneria e Warrant Hub. Inoltre partecipano anche Technische Universiteit Eindhoven (Paesi Bassi), Technische Universitaet Muenchen (Germania), University College Cork – National University Of Ireland, Cork (Irlanda), Endurosat (Bulgaria) e Bewarrant (Belgio).
Progetto importante
La crescente domanda di servizi di comunicazione satellitare, di navigazione e di raccolta di dati e immagini ha portato a un aumento del numero di satelliti operativi nello spazio, rendendo più difficile la navigazione.
Ma i sensori di navigazione satellitare possono avere difficoltà in condizioni difficili come la bassa visibilità, la nebbia e la polvere. Anche piccoli errori di misurazione possono causare gravi anomalie di traiettoria e di posizionamento, che possono costare agli operatori milioni di dollari.
Il progetto Inphomir mira a costruire i suoi sensori sul fosfuro di indio, un materiale che si è dimostrato in grado di migliorare l’efficienza e ridurre il peso e le dimensioni dei circuiti integrati fotonici, microchip che utilizzano la luce per trasmettere ed elaborare le informazioni.
Posizionamento satelliti più preciso
Secondo il consorzio, la tecnologia potrebbe anche contribuire ad alimentare i sensori utilizzati nei droni e nelle auto a guida autonoma.
“Le tecnologie di rilevamento avanzate che stiamo sviluppando si spera possano aumentare la precisione del posizionamento satellitare, migliorare la navigazione per le missioni interplanetarie e garantire il successo dell’esplorazione spaziale – spiega Daniele Palaferri, coordinatore del progetto Inphomir -. Con l’obiettivo di esplorare lo Spazio molto più in profondità e di condurre missioni più complesse, la necessità di sensori precisi, affidabili ed efficienti è oggi più che mai fondamentale”.