Quello che ha portato per la prima volta a far arrivare in orbita 143 mini satelliti con lo stesso razzo, tra i quali 10 mezzi della flotta Starlink per la copertura Internet, è stato il primo lancio di un programma più ampio di missioni commerciali condivise di SpaceX. Il nome della missione, con base di lancio a Cape Canaveral, in Florida, è “Transporter-1”, un’iniziativa nata dall’ accordo tra diversi player e la società ideata da Elon Musk per l’utilizzo di una sorta di “taxi spaziale”, il razzo Falcon 9 di Space X, che ha condotto nello spazio i satelliti della Nasa e di società provate di altri 11 Paesi, oltre che 10 mezzi della flotta .
In passato SpaceX era già stata impegnata in missioni dello stesso tipo per altri programmi, ma senza mai arrivare al lancio in contemporanea di un numero così alto di mini satelliti. La missione si è conclusa dieci minuti dopo che l’ultimo mini satellite era stato liberato nello spazio, con un atterraggio verticale su una piattaforma situata nell’oceano Atlantico al largo di Miami.
A portare a termine l’operazione è stato un Falcon 9 arrivato ormai al suo quinto lancio, dopo essere entrato in servizio nel maggio 2020 con la missione dei due astronauti Nasa della stazione spaziale Bob Behnken e Doug Hurley, che viaggiavano a bordo della navetta Crew Dragon messa a punto da SpaceX per la National American Space Agency.
“Il rilascio di così tanti oggetti nello stesso lancio rappresenta un’enorme sfida per le persone incaricate di tracciare e identificare quegli oggetti – spiega Brian Weeden, consulente di Secure World Foundation, fondazione privata dedicata all’uso sicuro dello spazio – E’ davvero difficile farlo, e bisogna conoscere bene tutti i dati della missione, quando verranno distribuiti i satelliti, in quale orbita e come”.