Radian Aerospace punta a decollare grazie ad una raccolta di 27,5 milioni di dollari di finanziamento che dovrebbero permettere all’azienda con sede a Bellevue, nello stato americano di Washington, di sviluppare e realizzare il Radian One, uno spazioplano in grado di decollare orizzontalmente, viaggiare in bassa orbita tra i satelliti e atterrare sempre su una pista come un normale aereoplano. E di essere pronto a ripartire in sole 48 ore.
Della raccolta di finanziamenti si è occupata la Fine Structures Ventures, una venture capital affiliata alla Fmr Llc, una delle compagnie finanziarie e assicurative più grandi degli Stati Uniti, che agisce con il marchio commerciale di Fidelity Investments. Nel portafoglio di investitori coinvolti nel progetto della Radian Aerospace figura anche la Exor, ovvero la holding finanziaria della famiglia Agnelli che, dopo le automobili, i veicoli commerciali e industriali, l’immobiliare, lo sport e l’editoria, si affaccia anche nel settore della Space Economy.
La Radian Aerospace è stata fondata da Richard Humphrey, Livingston Holder, Jeff Feige e Curtis Gifford. In particolare Holder è stato tra i protagonisti negli anni ’90 del progetto del X-33 della Lockeed Martin), un progetto cofinanziato con la Nasa per uno spazioplano che presenta non poche analogie tecniche e filosofiche con il Radian One, ma che non fu mai completato. Allora l’obiettivo era sviluppare un’evoluzione dello Space Shuttle, oggi invece c’è la possibilità di intercettare un’industria che entro un decennio varrà 1,4 milioni di miliari di dollari e un mercato di trasporti commerciali da 200 miliardi di dollari.
Il Radian One si presenta come il Santo Graal della space economy poiché è capace di decollare da una pista la cui unica particolarità è di essere dotata di una slitta che ne aumenta l’accelerazione e dunque la velocità, un po’ come accade per gli aerei militari dalle portaerei. Lo spazioplano può così raggiungere la bassa orbita, mantenendo un assetto orizzontale, senza bisogno di razzi cilindrici e senza imprimere forti accelerazioni verticali all’equipaggio, e rimanerci fino a 5 giorni. Il Radian One può rientrare poi nell’atmosfera e atterrare come un aereo su una normale pista lunga 3mila metri.
Altro punto di forza dello spazioplano americano è la possibilità di essere pronto per il volo successivo entro 48 ore riducendo così i costi e innescando quelle economie di scala che dovrebbero trasformare il volo in bassa orbita in normale ed accessibile come quello di linea odierno. Il Radian One sarà capace di trasportare 10.000 libbre (oltre 2.200 kg) e arrivare in qualsiasi punto della superficie terrestre in meno di un’ora. Tuttavia non guarda solo al trasporto di merci e passeggeri, ma anche a tutti i campi per i quali oggi è utilizzato il volo suborbitale come la ricerca, la fabbricazione in assenza totale di contaminazioni e di gravità e l’osservazione della Terra.
Le sfide tecniche sono notevoli, ma Radian pensa di farcela ed è riuscita a convincere anche i suoi investitori, anche se i 27,5 milioni di dollari sono solo un “seed investment”, sufficienti solo per uno studio di fattibilità preliminare. “Le ali offrono capacità e tipologie di missione che non sono semplicemente possibili con i razzi a decollo verticale. Quello che stiamo facendo è difficile, non è più impossibile grazie ai progressi significativi per i materiali, la miniaturizzazione e le tecnologie di fabbricazione”. Ha dichiarato Livingston Holder, chief technical officer di Radian Aerospace che conosce bene il tema.
“Crediamo che un accesso diffuso allo spazio per l’umanità significhi avere opportunità illimitate. Con il tempo, vogliamo rendere i viaggi nello spazio semplici e convenienti come quelli aerei di linea” ha detto il ceo Richard Humphrey che, tra gli obiettivi commerciali, ha indicato i servizi di consegna rapidi. L’azienda di Bellevue ha anche annunciato di aver stabilito, in via preventiva, accordi che riguardano i servizi di lancio con aziende sia governative sia private, senza tuttavia rivelare quali essi siano.