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Missione Rise, D-Orbit firma un contratto con l’Esa da 119 milioni



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L’azienda italiana co-finanziatore e primo appaltatore: avvierà i servizi commerciali di estensione della vita destinati ai satelliti geostazionari. Il lancio previsto nel 2028: si salirà fino al cosiddetto cimitero geostazionario dove i satelliti vengono “parcheggiati” dopo aver raggiunto la fine della loro missione

Pubblicato il 15 ott 2024



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Nuovo passo avanti verso la sostenibilità nello Spazio da parte dell’Esa con la prima missione di servizio in orbita Risa. E, in qualità di co-finanziatore e primo appaltatore, l’azienda italiana D-Orbit ha firmato un contratto da 119 milioni di euro con l’Agenzia spaziale europea.

Risa è una missione commerciale di servizio in orbita che dimostrerà di poter raggiungere e attraccare in sicurezza a un satellite client geostazionario. Dopo aver verificato che soddisfa tutti gli standard prestazionali, D-Orbit avvierà i servizi commerciali di estensione della vita destinati ai satelliti geostazionari.

La missione Rise dell’Esa segna un passo promettente verso il miglioramento dei servizi e delle tecnologie in orbita, come il rifornimento, la ristrutturazione e l’assemblaggio, tutti elementi essenziali per creare un’economia circolare nello spazio.

Sostenibilità spaziale

Una parte essenziale del Programma di sicurezza spaziale dell’Esa è dedicata a ottenere e mantenere pulite le orbite della Terra dai detriti spaziali. A lungo termine, l’Agenzia aspira a stimolare una vera economia circolare nello Spazio, riducendo al minimo l’impatto del volo spaziale sulla Terra e sulle sue risorse, ove possibile. Nell’ambito dell’approccio zero detriti dell’Esa, le nuove missioni saranno progettate per operazioni e smaltimenti sicuri al fine di limitare, e magari anche annullare, la creazione di nuovi detriti entro il 2030. Ma perché limitarsi a questo?

Manutenzione in orbita

“La manutenzione in orbita è la logica continuazione dell’approccio sostenibile dell’Esa allo Spazio – afferma il direttore generale Josef Aschbacher -. Estendere la vita dei satelliti consente agli operatori spaziali di generare più dati e entrate dalle risorse spaziali esistenti, migliorando notevolmente sia la sostenibilità che la nostra competitività nello Spazio”.

Tecnologie pionieristiche

“Durante la fase di sviluppo, stiamo collaborando strettamente, sfruttando la nostra esperienza con nuove tecnologie pionieristiche e approcci innovativi nello Spazio. Una volta completata la dimostrazione, D-Orbit continuerà a far funzionare il veicolo spaziale per i propri progetti commerciali – dice Holger Krag, responsabile della sicurezza spaziale dell’Esa -. Stiamo supportando la creazione di servizi in orbita che vengono forniti fuori dall’Europa, assicurando che l’industria spaziale europea rimanga in prima linea in questo nuovo entusiasmante mercato”.

Ciclo di vita della missione

Il lancio di Rise è previsto per il 2028, dando il via a una movimentata missione di otto anni in orbita geostazionaria. Per cominciare, il satellite si trasferirà in un’orbita di messa in scena appena sopra l’orbita geostazionaria regolare a un’altitudine di quasi 36.000 km. Dopo rigorosi test dei suoi sistemi e prove in orbita, sarà il momento di iniziare la fase dimostrativa della missione.

Viaggio fino al “cimitero geostazionario”

Rise salirà fino al cosiddetto “cimitero geostazionario”, circa 100 km più in alto, dove i satelliti vengono “parcheggiati” dopo aver raggiunto la fine della loro missione. Ci vorrebbero molte migliaia di anni perché le loro orbite si degradino naturalmente e si abbassino abbastanza da interferire con i satelliti attivi, mantenendoli smaltiti in modo sicuro e fuori mano.

Le fasi della missione

Rise si incontrerà con il satellite attivo del cliente, uniformandosi alla sua velocità e traiettoria nell’orbita del cimitero. Anche se gli operatori del satellite del cliente sono consapevoli dell’arrivo di Rise, il loro satellite è “impreparato” in quanto non è stato originariamente progettato per essere agganciato a un altro.

Rise si approccerà al satellite geostazionario agganciandosi all’anello che originariamente aveva agganciato il satellite al suo lanciatore. Una volta assicurato l’ancoraggio, Rise cambierà il suo assetto e la sua orbita, dimostrando di avere la capacità di manovrare con precisione la navicella spaziale del cliente.

In seguito, Rise lascerà di nuovo andare il satellite – una parte altrettanto pericolosa del processo – e si metterà in un’orbita di parcheggio tra cimitero e orbita geostazionaria in attesa della sua prima avventura commerciale, che inizierà solo a completamento della valutazione di quanto avvenuto.

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