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Energia rinnovabile dallo spazio: investimenti in volata

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Secondo stime di Juniper Research il giro d’affari crescerà dai 370 milioni di dollari attesi per fine anno a 1,9 miliardi nel 2029. A fare da traino alcuni casi d’uso specifici come, ad esempio, quelli che riguardano calamità ed eventi critici

Pubblicato il 04 Giu 2024

Jupiner Research

Un nuovo studio di Juniper Research, i maggiori esperti di mercati IoT, ha rilevato che gli investimenti dei fornitori e delle agenzie spaziali nell’energia solare in orbita passeranno da 370 milioni di dollari nel 2024 a 1,9 miliardi di dollari nel 2029.

Questo aumento sostanziale sarà determinato dalla necessità di energia rinnovabile di base. Per energia di base si intende la quantità minima di energia che deve essere fornita alla rete. L’energia solare spaziale trasmette l’energia solare raccolta nello Spazio alla rete elettrica terrestre o a casi d’uso specifici, come i centri di soccorso in caso di calamità e disastri naturali. 

Nuove fonti energetiche 

Per la transizione dai combustibili fossili, le fonti di energia rinnovabili devono essere in grado di soddisfare costantemente la domanda di energia di base. A causa della dipendenza delle fonti rinnovabili terrestri, come l’eolico o l’idroelettrico, la produzione varia in modo significativo, limitando la loro capacità di soddisfare i requisiti energetici del carico di base.

Il rapporto messo a punto da Juniper Research individua nell‘energia solare spaziale la chiave per risolvere questa sfida, in quanto i sistemi solari spaziali possono fornire energia quasi costante alla rete. Per massimizzare il ritorno sugli investimenti, i fornitori e le agenzie spaziali devono però concentrarsi su tecnologie come le celle solari autorigeneranti.

Celle solari autorigeneranti

La tecnologia delle celle solari autorigeneranti impedisce alle celle solari di degradarsi durante l’uso, sfruttando materiali come la perovskite per sostituire continuamente i legami interrotti dalla radiazione solare. Ciò consentirà ai fornitori di prolungare la durata di vita dei satelliti spaziali a energia solare e di aumentare il ritorno sugli investimenti.

“Per essere ottimizzate per il volo spaziale – osserva l’autore della ricerca Alex Webb -, il rapporto raccomanda che le celle solari autorigeneranti siano prodotte come celle ultrasottili. In questo modo si riduce al minimo la massa delle celle solari, diminuendo i costi di lancio dei razzi e aumentando la flessibilità nella progettazione dei sistemi di energia solare nello Spazio”.

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