Cosmo-SkyMed di seconda generazione (Csg Fm2) ha iniziato a inviare le prime immagini a poco più di un mese dal lancio del secondo satellite e, pur essendo nella fase di commissioning (test in orbita), mostra già le sue eccezionali capacità confermando gli obiettivi per i quali il sistema satellitare duale di osservazione terrestre italiano era stato sviluppato e realizzato.
Dal ghiacciaio Pine Island nell’Antartico, dove di vede un iceberg lungo quasi 15 km distaccarsi dalla calotta polare fino alle isole dell’arcipelago della Galapagos, dove si possono persino apprezzare le onde dell’Oceano Pacifico, per arrivare ad un’unica inquadratura che unisce la città di Pordenone e i Magredi, la cosiddetta steppa pordenonese, un’area carsica dell’alta pianura friulana compresa tra i torrenti Meduna e Cellina che, dopo essersi incontrati, sprofondano nella falda acquifera sotto una spessa coltre alluvionale costituita da conglomerati calcareo dolomitici.
Immagini spettacolari, elaborate da e-Geos, che agli occhi del grande pubblico esaltano la bellezza naturale di questi luoghi accanto alla loro delicatezza e precarietà, ma che per gli addetti ai lavori costituiscono uno strumento di eccezionale valore per la gamma di applicazioni permesse proprio dai sistemi di seconda generazione. Tra le nuove capacità ci sono il “quad pol” e la risoluzione migliorata in diverse modalità di acquisizione che permettono nuove possibilità accanto al miglioramento di quelle precedenti come il monitoraggio delle infrastrutture, la gestione delle emergenze, l’osservazione dei cambiamenti climatici e la sicurezza.
Il sistema Cosmo-SkyMed è stato finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dal Ministero della Difesa, con il contributo del Ministero dell’Università e della Ricerca. I 4 satelliti di prima generazione sono stati lanciati tra il 2007 e il 2010 e sono ancora operativi, i due di seconda generazione sono stati lanciati nel 2019 e lo scorso 31 gennaio. Lo scopo di quest’ultimi è assicurare la continuità e l’ampliamento dell’operatività con i precedenti. Fondamentale il ruolo dell’industria italiana. Thales Alenia Space è il capocordata del consorzio, formato da una serie di piccole e medie imprese insieme alla controllante Leonardo (con Thales) e alla consociata Telespazio.
La prima si è occupata dei sensori di assetto stellare per l’orientamento del satellite, i pannelli fotovoltaici e le unità elettroniche per la gestione della potenza elettrica. L’altra ha realizzato, come da sua competenza e tradizione, il segmento di Terra, monitora la costellazione dal proprio Centro Spaziale a Ortucchio (Aq) nella piana del Fucino e controlla all’80%, insieme ad Asi (20%) la e-Geos, società incaricata di sviluppare e commercializzare le applicazioni e i servizi basati sui dati provenienti dai satelliti Cosmo-SkyMed.