Consolidare i rapporti commerciali e di cooperazione industriale tra Italia e Francia. Facendo leva in particolare sull’aerospazio. Questi gli obiettivi del Trattato del Quirinale su cui ha fatto il punto il ministro per la Transizione digitale con delega all’aerospazio Vittorio Colao (QUI IL TESTO INTEGRALE DELLO SPEECH).
Nel 2021, l’interscambio commerciale fra Italia e Francia ha raggiunto 90 miliardi di euro ha ricordato il ministro evidenziando che “nel campo spaziale le integrazioni e collaborazioni fra aziende italiane e francesi sono molto significative”.
Due esempi su tutti: la Space Alliance, nata nel 2005, con le 2 joint venture Thales Alenia Space Italia (con Leonardo al 33% e Thales al 67%) e Telespazio (con Leonardo al 67% e Thales al 33%) “eccellenze assolute nella produzione di complessi sistemi e moduli orbitali, nei diversi segmenti satellitari (radar, ottici, infrarossi, di telecomunicazione e navigazione ecc.) e anche nel segmento dei servizi a terra”, e la consolidata collaborazione industriale fra ArianeGroup e Avio nei sistemi di trasporto spaziale.
“I due gruppi collaborano, coordinati da Esa, nella produzione e sviluppo coordinato e interdipendente dei 2 lanciatori made in Europe: quello di grande dimensione (Ariane e sue evoluzioni) e quello di media-piccola dimensione (Vega e sue evoluzioni) su cui si basa l’accesso autonomo dell’Europa allo spazio”. Il Trattato di cooperazione oltre a riconoscere l’importanza di questa relazione politico-economica “rappresenta un significativo un salto di qualità”, ha detto Colao sottolineando che “espande ulteriormente i legami economici e industriali tra i 2 Paesi, con particolare riferimento ai settori della doppia transizione ambientale e digitale dove lo spazio gioca un ruolo primario”.
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L’articolo 7 dedicato allo Spazio
È il capitolo 7 del Trattato ad essere dedicato specificamente allo Spazio. L’articolo 7, ha ricordato Colao “riconosce nel dominio spazio una “dimensione chiave dell’autonomia strategica europea e pone le basi per una nuova cornice istituzionale attraverso cui dare linfa al lavoro condiviso tra Italia e Francia a tutto campo, industriale, della ricerca e della sicurezza. È un importante riconoscimento del valore aggiunto dalle competenze industriali e di ricerca che Francia e Italia esprimono nel settore spazio”.
Osservazione della Terra, la missione più importante
“Ritengo la linea di intervento sull’osservazione della Terra quella più importante e, per certi versi, più strategica di tutto il Pnrr spazio”, ha evidenziato Colao. “È uno dei settori più promettenti per margini di sviluppo, fornitura di servizi istituzionali ma anche per le grandi potenzialità di ricaduta in termini di innovazione commerciale applicata. È poi un programma che, per la sua ambizione strategica e anche per la sua dimensione, è declinabile esclusivamente in una cornice europea, ricercando le indispensabili partnership con altri Paesi europei sui servizi di osservazione della Terra da sviluppare. Credo che una sfida fondamentale da cogliere sia quella di intensificare proprio sul fronte dell’Osservazione della Terra, la collaborazione e le partnership tra istituzioni, aziende e ricerca scientifica, a livello nazionale, europeo e internazionale”.
La sfida dei lanciatori. Focus su Ariane e Vega
Esplorazione e osservazione della terra, nonché sviluppo di sistemi satellitari e dei relativi segmenti terrestri e sviluppo dei lanciatori i principali ambiti su cui si stanno incentrando gli investimenti. “Il Trattato dà seguito alla volontà di proseguire il cammino di collaborazione italo-francese nei sistemi di accesso allo spazio, intensificando anche la collaborazione coordinata negli sviluppi ed evoluzioni tecnologiche dei due lanciatori che sono fatti in Europa”. E a tal proposito Colao ha ricordato che in occasione della firma del Trattato del Quirinale, Italia e Francia hanno siglato anche una dichiarazione congiunta proprio in materia di lanciatori.
“Dopo quasi 3 mesi di intense trattative, abbiamo raggiunto un’intesa operativa per consolidare la storica collaborazione tra Italia e Francia sui lanciatori, costruita attorno allo sviluppo della futura generazione di lanciatori Ariane 6 e Vega C-Vega, oltre a promuoverne la competitività in uno scenario globale che è come probabilmente tutti sapere particolarmente sfidante. Quello dei lanciatori è infatti un settore in tumultuosa evoluzione, innescata da una crescente domanda di mercato dovuta al lancio delle cosiddette mega-costellazioni di comunicazione satellitare, costituite da migliaia di satelliti in orbita bassa”.
Lo scenario si è molto evoluto a seguito dell’ingresso nel mercato di player “che operano in condizioni particolarmente favorevoli, se non “captive”, nel loro mercato interno, avendo dei sussidi molto forti e delle capacità operative notevoli” ed anche della forte evoluzione tecnologica, “che ha avuto una accelerazione soprattutto nelle nuove modalità di propulsione liquida, grazie alle quali è possibile utilizzare alcune significative componenti del lanciatore stesso, consentendo di ridurre i costi e, soprattutto, di aumentare la cadenza dei lanci”. Secondo Colao “per mantenere la nostra autonomia strategica nel settore sono quindi necessari nuovi investimenti per il potenziamento tecnologico e competitivo della famiglia dei lanciatori Ariane e Vega”.
I fondi del Pnrr raddoppiano le risorse per lo Spazio
Il budget italiano impiegato sullo spazio poteva già contare su circa 2 miliardi di finanziamenti del piano triennale dell’Agenzia Spaziale Italiana, sbloccati a fine 2021 con il Dpcm di assegnazione delle risorse ad Asi e su 300 milioni per la quota della partecipazione italiana al programma Artemis con la Nasa, rifinanziata nell’ultima legge di bilancio. A questo budget nazionale si aggiungono i 2,3 miliardi del Pnrr di cui 1,47 miliardi dalla RRF europea e 800 milioni dal fondo complementare. Anche questi ultimi sono stati già integralmente assegnati ai diversi soggetti attuatori. “Un investimento totale di 4,6 miliardi che ci consente oggi di imprimere una nuova ambizione strategica italiana sullo spazio, intervenendo su 4 macro direttrici di intervento”, ha detto Colao.
Le 4 direttrici di intervento Space nell’ambito del Pnrr
- investire nelle Comunicazioni satellitari sicure (SatCom), che ci potrà consentire di ri-posizionare l’Italia in questo ambito, con un ruolo primario nelle iniziative europea di GovSatCom e di Secure Connectivity;
- raggiungere una leadership europea nel campo dell’Osservazione della Terra, dove prevediamo di investire oltre 1 miliardo del Pnrr, abilitando tutta una serie di servizi a terra a favore sia della domanda istituzionale che dello sviluppo di un mercato commerciale;
- aumentare la capacità di investimento nei sistemi di accesso allo spazio sollecitati dal forte avanzamento tecnologico che interessa questo settore;
- promuovere i cd. Servizi in orbita, nella fornitura di moduli per l’occupazione dello spazio Leo e dello spazio cislunare, per poterci posizionare al meglio nell’esplorazione lunare, anche grazie alla forte collaborazione con la Nasa sul programma Artemis.
Il ruolo di Asi ed Esa
“Abbiamo deciso di affidare all’Agenzia Spaziale Europea, sempre in collaborazione con l’Asi, lo sviluppo operativo dei programmi sui lanciatori – che storicamente l’Italia ha sempre realizzato in ambito Esa – e del programma sull’Osservazione della Terra, dove la possibilità di utilizzare l’Esa per costruire la più ampia collaborazione europea ci è parso un elemento qualificante ed imprescindibile. Nondimeno, la nostra Agenzia spaziale mantiene un ruolo centrale nei programmi Pnrr”, detto Colao.
Le aree di intervento sono
- – Space Factory 4.0, per creare fabbriche intelligenti indirizzate alla produzione di piccoli satelliti;
- – sviluppo di un sistema duale di Comunicazioni Satellitari Sicure;
- – potenziamento dello Space Center di Matera che estende gli investimenti italiani anche al Mezzogiorno;
- – In-Orbit Economy, per il rafforzamento della capacità nazionale di sorveglianza dello spazio e del servicing in orbita.
“Abbiamo così deciso di affidare all’Agenzia Spaziale Europea, sempre in collaborazione con l’Asi, lo sviluppo operativo dei programmi sui lanciatori – che storicamente l’Italia ha sempre realizzato in ambito Esa – e del programma sull’Osservazione della Terra, dove la possibilità di utilizzare l’Esa per costruire la più ampia collaborazione europea ci è parso un elemento qualificante ed imprescindibile”.