EUROPEAN DEFENCE FUND

Proteggere gli asset spaziali: al via il bando Ue

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Si punta a spingere le attività di ricerca sulle tecnologie in grado far fronte alle minacce crescenti e alla definizione dell’architettura generale preliminare per l’elaborazione di un approccio globale. L’apertura della call prevista per il 15 giugno

Pubblicato il 26 Apr 2023

Nicola Desiderio

bando

L’Unione Europea vuole rafforzare le misure di Difesa e Sicurezza in favore delle proprie infrastrutture e risorse satellitari. A tale scopo ha indetto un bando del valore complessivo di 157 milioni di euro per proteggere dai detriti o da minacce esterne i satelliti e le navicelle che si trovano in orbita intorno alla Terra.

Contro rischi e minacce

Si trattano dunque di tecnologie che il bando stesso definisce “misure attive e passive” includendo tra le prime quelle che forniscono una sicurezza preventiva rispetto alle minacce e tra le seconde invece quelle che è necessario mettere in atto per individuare, identificare e caratterizzare “ogni tentativo e azione considerata ostile al fine di limitare gli effetti o proporre una reazione”. Tali capacità devono essere proprie sia dei sistemi presenti nello spazio sia di quelli che permettono di interagire e comandare da terra i satelliti e i veicoli in orbita.

Definire le tecnologie

Per questo il bando definisce come obiettivo generale “le attività di ricerca su tecnologie spaziale che diano un contributo alla protezione delle risorse spaziali contro un’ampia gamma di minacce e dimostrare la fattibilità di soluzioni tecnologiche selezionate”. Come obiettivo specifico c’è la definizione di sistemi e di tutti i loro componenti adatti a garantire la difesa degli asset spaziali studiando “le tecnologie più promettenti per contrastare tali minacce”. Da qui partire per un percorso di sviluppo che porti all’implementazione di misure adeguate.

Scopi duali

E che non si parli solo di questioni civili lo si capisce quando si parla di “collegamenti con una più ampia rete di sorveglianza per la consapevolezza situazionale dello spazio militare”. Si tratta dunque di tecnologie di uso duale che guardano anche all’identificazione delle attuali vulnerabilità e minacce dei sistemi satellitari europei. Tra queste ci sono le interferenze sui segnali in salita e in discesa, gli attacchi ad impulsi elettromagnetici, laser ad alta energia, armi a micro-onde e persino attacchi fisici operati attraverso la produzione mirata di detriti o armi antisatellite lanciate da terra (Asat).

Decidere ed eseguire

Per i processi di identificazione delle minacce sono fondamentali hardware e software. Nel primo sono inclusi sensori radar, ottici attivi e passivi; nel secondo capacità di calcolo ed intelligenza artificiale a bordo, di manovra e posizionamento. Sono inoltre necessarie misure di protezione contro armi con laser ad elevata energia, micro-onde ad alta potenza ed impulsi elettromagnetici. Un aspetto sul quale il bando insiste particolarmente è la combinazione tra la capacità di compiere scelte e manovre in autonomia e la rapidità di interazione con l’infrastruttura di terra.

Generazione ed integrazione

Il documento suddivide inoltre i tipi di attività previsti in obbligatorie, ammesse e idonee. Tra le prime le tecnologie dirompenti (disruptive) e che sono definite “generanti conoscenza”, gli studi di fattibilità e i progetti completi di tutte le specifiche. Tra le seconde: quelle che aumentano l’interoperabilità, come lo scambio di dati e, in generale, aumentano la resilienza degli ecosistemi. Il documento definisce quest’ultime anche “integranti conoscenza”. La finestra del bando si apre il 15 giugno e si chiude il 22 novembre. Sono ammesse proposte provenienti da tutti gli stati che aderiscono all’European Defence Fund (Edf), ovvero gli stati membri dell’Unione Europea e la Norvegia.

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