Dai test delle prime trasmissioni telefoniche e TV via satellite tra le due sponde dell’Atlantico con una antenna parabolica collocata nella piana del Fucino (in Abruzzo) al controllo in orbita dei satelliti, fino alla partecipazione ai grandi programmi a servizio dell’ambiente, come Cosmo-SkyMed, Copernicus e Galileo. Ripercorre i sessanta anni di attività di Telespazio – jv tra Leonardo (67%) e Thales (33%) – il libro “Spazio al futuro” scritto dal giornalista Emilio Cozzi, edizioni BFC Media, con la prefazione di Alessandro Profumo amministratore delegato di Leonardo.
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Dai primi satelliti alle comunicazioni quantistiche
“Man mano che le attività umane si espandono oltre l’atmosfera terrestre, cresce la nostra responsabilità verso un futuro sostenibile, in cui uomo tecnologia e ricerca formano un’alleanza indissolubile – scrive Profumo nella prefazione -. La storia di Telespazio e la sua proiezione verso il futuro sono l’esempio più lampante di come si possono raggiungere obiettivi straordinari”.
Grazie alle immagini storiche dell’archivio Telespazio e alle fotografie inedite realizzate da Mattia Balsamini, il libro ripercorre non solo le principali tappe che hanno caratterizzato la storia spaziale dell’Italia – storia che ha visto Telespazio protagonista fin dai primordi – ma offre soprattutto uno sguardo sul domani, tracciando la rotta su alcuni temi che segneranno l’avventura spaziale degli anni a venire, dalle comunicazioni quantistiche all’intelligenza artificiale fino ai servizi per la Luna e per Marte.
Un’avventura partita nel 1961
Il racconto comincia dal 1945 e prende le mosse dall’intuizione dello scienziato e scrittore Arthur C. Clarke, che per primo teorizzò l’uso di satelliti geostazionari, quindi fissi rispetto a un punto sulla Terra, per garantire comunicazioni in tutto il Pianeta. La visione di Clarke non rimase a lungo un’utopia: nel 1957 con il lancio dello Sputnik, il primo satellite mandato in orbita dall’uomo, iniziò un’avventura che in pochi anni avrebbe cambiato per sempre la vita sulla Terra.
Appena quattro anni dopo, il 18 ottobre 1961, Italcable e Stet costituirono a Roma la Telespazio, rendendo l’Italia uno dei primi Paesi a partecipare all’affermazione dei nuovi servizi dallo spazio. Il libro ne racconta la storia ripercorrendo tutte le tappe: dai test delle prime trasmissioni telefoniche e televisive via satellite tra le due sponde dell’Atlantico con una antenna parabolica collocata nella piana del Fucino, in Abruzzo; all’avvio delle trasmissioni commerciali con le prime dirette televisive in mondovisione fino alle immagini del primo uomo sulla Luna.
E poi, nei decenni successivi: lo sviluppo di nuove attività come il controllo in orbita dei satelliti, l’osservazione della Terra dallo spazio, la prima connessione dell’Italia alla rete Internet, fino alla partecipazione ai grandi programmi a servizio dell’ambiente, come Cosmo-SkyMed e Copernicus, o della mobilità, come Galileo.
Telespazio, le sfide di domani
In che modo i big data provenienti dallo spazio, l’intelligenza artificiale e l’internet of Things cambieranno le nostre vite? Come porteremo Internet, il navigatore satellitare e le videochiamate sulla Luna? Possiamo ripulire l’orbita del nostro Pianeta dai detriti spaziali e riparare i satelliti non più funzionanti senza abbandonarli in orbita? Che cosa potremo fare con le comunicazioni quantistiche? Il libro passa in rassegna non solo le tappe passate, ma anche le prossime sfide.
“Telespazio è partita nel 1961 con l’entusiasmo di una decina di tecnici e ingegneri, veri e propri pionieri che dalla piana del Fucino con apparecchiature sperimentali cercavano di ricevere e rilanciare i segnali generati dai primi satelliti messi in orbita – dice Luigi Pasquali, Coordinatore delle Attività Spaziali di Leonardo e Ad di Telespazio -. Sessanta anni dopo conserviamo lo stesso spirito intraprendente di allora. Che sia sulla Luna, su Marte o altrove, nei prossimi anni ci impegneremo a fare ciò che ci riesce meglio, guardare lontano per contribuire a migliorare la vita di tutti noi. Per cui, Spazio al Futuro non è soltanto il titolo del nostro libro, ma è l’indicazione della strada che dall’inizio della nostra avventura abbiamo deciso di percorrere”.