OneWeb e Starlink affilano le armi. Le due società sono attualmente gli unici due fornitori di satelliti in orbita terrestre bassa (Leo) nel settore delle comunicazioni satellitari (satcom). E i due operatori concorrenti si stanno ora espandendo nel mercato della connettività in volo (In-flight connectivity, o Ifc) e utilizzeranno tecnologie innovative come le antenne phased array e i sistemi beamforming per ottenere un vantaggio competitivo. Ma la loro strada verso successo incontra ostacoli normativi e complessità tecniche, oltre al fatto che il panorama dell’Ifc è caratterizzato da alti costi di commutazione e da ecosistemi sofisticati.
La 12esima edizione del rapporto “Aeronautical satcom markets” di Analysys Mason fa il punto sulla situazione e mostra che il fatturato totale cumulativo tra il 2023 e il 2033 per gli operatori di satelliti ad alto rendimento (high-throughput satellite, o Hts) non in orbita geostazionaria (non-GEO) supererà i 3 miliardi di dollari. Si prevede che OneWeb e Starlink saranno i principali attori in questo segmento di business nei prossimi anni, anche le sfide da vincere rimangono numerose.
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Strategie diverse
OneWeb e Starlink stanno adottando due strategie diverse per entrare nel mercato dell’in-flight connectivity. Starlink intende lavorare direttamente con le compagnie aeree, mentre OneWeb ha scelto di utilizzare un modello commerciale all’ingrosso e ha stretto un’alleanza strategica con fornitori di servizi satellitari tradizionali come Intelsat e Panasonic. In questo articolo valuteremo queste strategie per capire quale modello commerciale avrà più successo.
Il fattore affidabilità
Starlink domina i titoli dei giornali, ma alcune compagnie aeree hanno esitato a collaborare con la costellazione di proprietà di Elon Musk a causa dell’uso di una tecnologia non Geo non ancora sperimentata per l’Ifc. In effetti, la tecnologia non-Geo per l’in-flight-connectivity è relativamente nuova e la sua affidabilità e le sue prestazioni in scenari reali non sono ancora state pienamente stabilite. Le compagnie aeree danno priorità all’esperienza dei passeggeri e quindi non possono permettersi interruzioni della connettività, il che le rende esitanti ad adottare tecnologie non collaudate.
Costi elevati
L’integrazione di sistemi Hts non Geo nelle flotte esistenti comporterà notevoli costi di adeguamento, e questo è un altro motivo per cui Starlink ha faticato a strappare clienti Ifc ad altri fornitori. L’installazione di nuove antenne, la modifica delle infrastrutture degli aeromobili e la garanzia di compatibilità con i sistemi esistenti richiedono costi iniziali elevati, che possono essere un deterrente per le compagnie aeree, soprattutto quando i sistemi Geo forniscono già una copertura e un’affidabilità adeguate.
Ostacoli normativi
Anche il lungo processo di ottenimento della conferma di aeronavigabilità per i terminali Hts non Geo costituisce un ostacolo significativo alla loro adozione diffusa nello spazio Ifc. I fornitori di servizi devono districarsi tra complessi quadri normativi e rigorose procedure di test per garantire la sicurezza e la conformità di queste nuove tecnologie. La lentezza delle approvazioni crea un collo di bottiglia, ostacolando così la perfetta integrazione delle capacità non-Geo nei sistemi in-flight connectivity.