Un test spaziale. Campioni di olio extravergine d’oliva sono stati spediti in orbita per studiarne gli effetti della permanenza nello Spazio sulle caratteristiche chimico-fisiche, sensoriali e nutrizionali.
I campioni per l’esperimento hanno raggiunto la Stazione spaziale internazionale (Iss), grazie a un progetto inserito nel quadro dell’accordo tra l’Agenzia spaziale italiana e il Crea (il Consiglio per la ricerca in agricoltura), in collaborazione con Coldiretti e Unaprol-Consorzio olivicolo italiano.
Questi campioni saranno riportati sulla Terra dopo rispettivamente 6, 12 e 18 mesi per essere analizzati e confrontati con quelli dei controlli lasciati a terra. In particolare, l’esperimento andrà ad investigare come la composizione dei metaboliti secondari – fenoli e tocoferoli (vitamina E) – sia influenzata dalla microgravità e dalle radiazioni presenti nello Spazio e servirà a raccogliere nuove informazioni sulla durata di conservazione nelle condizioni ambientali spaziali.
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Un test cruciale per il prodotto made in Italy
Il progetto studierà inoltre il modo in cui la tipologia di contenitori correntemente utilizzati a bordo dell’Iss influisce sul prodotto. Già il prossimo gennaio, quindi ci saranno i primi assaggi comparati tra i campioni andati in orbita e i loro “gemelli” rimasti sulla Terra. I risvolti scientifici del progetto verranno monitorati dal Centro Crea olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura, sede di Rende, in Calabria, che sta investendo fortemente per fornire soluzioni che rendano sempre più competitivo e apprezzato l’olio extravergine di oliva italiano.
L’olio inserito nella dieta degli astronauti
“L’Agenzia spaziale italiana, con Coldiretti e Crea, ha immaginato un esperimento molto creativo che è stato reso possibile dalla complicità della nostra Cristoforetti”, ha raccontato Giorgio Saccoccia, presidente Asi, intervenendo al XX Forum Coldiretti di Roma. L’astronauta italiana dell’Esa, Samantha Cristoforetti, “ha pensato di inserire l’olio nel cosidetto ‘bonus food’, cioè il cibo che gli astronauti possono chiedere oltre al cibo che si trova sulla Stazione spaziale internazionale”, ha aggiunto Saccoccia. Astrosamantha “ha chiesto di portare quattro boccettine di oli provenienti da quattro monocultivar per arricchire la sua dieta”. Un’idea “molto importante, perché l’olio d’oliva continua antiossidanti che possono contribuire a diminuire lo stress psicofisico degli astronauti a bordo, magari un giorno durante i lunghi viaggi interplanetari”.
I campioni torneranno sulla Terra nel 2023
Inoltre, “in paralello al supporto alla dieta di Samantha, c’è stato un aspetto scientifico-sperimentale, e sono stati mandati tre campioni di oli da tre monocultivar diversi, esposti alla situazione ambientale molto particolare della Iss, a livello di radiazioni e microgravità, che saranno poi confrontati con campioni analoghi tenuti a terra”, ha spiega ancora il presidente dell’Asi. I campioni “ritorneranno sulla Terra a partire da gennaio” e ne saranno studiate le qualità organolettiche e nutritive. Conclude Saccoccia: “È un inizio di un’analisi approfondita di quello che potrà essere il sostegno al benessere nei viaggi di lunga durata che il genere umano dovrà sostenere per andare verso Marte o altri corpi celesti”.