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Space tech, ecco i 6 progetti made in Italy finanziati da Esa Space Funding



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Astradyne, Rea Space, Relicta, Adaptronics, Inspire e Germina le imprese innovative che hanno ottenuto le risorse del fondo messo a disposizione dall’Agenzia spaziale europea in collaborazione con quella italiana per testare nuove soluzioni, promuovendo il trasferimento tecnologico tra lo Spazio e i settori non spaziali

Pubblicato il 25 feb 2025



space economy – Spazio – terra – pianeta 3

Pannelli fotovoltaici pieghevoli e ultraleggeri, una tuta tecnologica per prevenire gli infortuni degli atleti, packaging biodegradabile dagli scarti del pesce, prese robotiche per la manutenzione dei satelliti in orbita, droni per spegnere tempestivamente gli incendi, serre in grado di adattarsi alla crescita delle piante da applicare al settore marittimo.

Sono i sei progetti – promossi dalle imprese innovative italiane Astradyne, Rea Space, Relicta, Adaptronics, Inspire e Germina – che hanno ottenuto il finanziamento di Esa Spark Funding, un fondo messo a disposizione dall’ Agenzia spaziale europea, in collaborazione con l’Asi (Agenzia spaziale italiana) per finanziare studi di fattibilità e progetti dimostrativi per testare nuove soluzioni tecnologiche, promuovendo il trasferimento tecnologico tra lo Spazio e i settori non spaziali, e viceversa.

A gestire il fondo, lanciato per la prima volta in Italia nel 2024 con una dotazione di 1,35 milioni di euro è Stam, azienda tecnologica con base a Genova e sedi a Roma, Bari, Cagliari e Padova, che opera in qualità di broker tecnologico per l’Italia su mandato dell’Esa, in collaborazione con Asi.

A fianco delle imprese

“La selezione delle sei proposte progettuali ha coinvolto un team di Esa, Asi e Stam che ha valutato oltre venti candidature ricevute – dichiara il direttore esecutivo di Stam, Stefano Carosio -. Nei prossimi 12 mesi lavoreremo fianco a fianco con queste imprese per accompagnarle nello sviluppo di nuovi prodotti e modelli di business, con l’obiettivo di supportare il percorso di trasferimento tecnologico, contribuendo a rafforzare il settore spaziale italiano e il suo collegamento con gli altri settori industriali”.

“Siamo molto soddisfatti del livello di partecipazione delle aziende italiane a questa prima open call dell’Esa Spark Funding – afferma Aude de Clercq, responsabile della Sezione servizi innovativi dell’Esa -. I sei progetti di trasferimento tecnologico sono appena partiti e verranno seguiti nei prossimi mesi da Stam in qualità di Esa Tech Broker per l’Italia per massimizzarne l’impatto in collaborazione con il team Esa ed Asi”.

Ricerca e industria

“Le attività del broker tecnologico dell’Esa portano un significativo contributo alle attività realizzate dalla Agenzia spaziale italiana aventi come obiettivo la valorizzazione delle attività spaziali, alla crescita economica e alla competitività del Paese. Per massimizzare il suo impatto, è necessario un approccio integrato tra ricerca, industria e politiche di supporto, incentivando la collaborazione tra settore pubblico e privato”, conferma Augusto Cramarossa, responsabile del coordinamento strategico dell’Asi.

Fotovoltaico innovativo e tuta intraveicolare

Il progetto SolarDrape di Astradyne (Bari) prevede lo sviluppo di un pannello fotovoltaico innovativo pieghevole ed ultraleggero, mentre Rea Space (Torino) ha sviluppato Emsi, la prima tuta intraveicolare in grado di interagire con i muscoli posturali per contrastare gli effetti della microgravità sul corpo umano.

Pellicole biodegradabili e presa robotica

Relicta (Sassari) porta avanti il progetto per pellicole biodegradabili, commestibili e solubili in acqua calda per alimenti disidratati sottovuoto, affiancate da contenitori riutilizzabili progettati per resistere a condizioni estreme.

Mentre il progetto SpacEaal-Chuck di Adaptronics (Milano) invece mira a sviluppare e commercializzare un innovativo dispositivo di presa robotica a base elettrostatica per abilitare operazioni di manutenzione in orbita dei satelliti e di rimozione attiva di detriti spaziali.

Infine il progetto di Inspire di Germina (Genova) sviluppa un sistema innovativo per il rifornimento di droni antincendio, utilizzando connettori avanzati di origine spaziale.

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