IL CASO

Osservatorio FlyEye, serve una rapida decisione del Tar siciliano



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Al centro del confronto fra Urso e Aschbacher la decisione del tribunale di sospendere i lavori per la realizzazione dell’hub sul Monte Mufara, nelle Madonie, che potrebbe provocare un ripensamento da parte dell’Agenzia spaziale europea: “Confidiamo ora che la giustizia amministrativa confermi l’interesse strategico di questo progetto anche a tutela della reputazione e della credibilità internazionale del nostro Paese”

Pubblicato il 5 set 2024



Esa, Agenzia Spaziale Europea, European Space Agency2

E’ necessaria una rapida decisione della magistratura amministrativa siciliana “per evitare il rischio concreto di un ripensamento dell’Esa che potrebbe avere ripercussioni significative su altri progetti già assegnati o in corso di assegnazione all’Italia”. E’ questa la posizione concordata da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega al coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali e Josef Aschbacher, direttore generale dell’Agenzia Spaziale europea, in merito alla recente decisione del Tar siciliano di sospendere i lavori per la realizzazione dell’osservatorio “FlyEye” sul monte Mufara, nelle Madonie, gestito proprio dall’Esa.

Un progetto di interesse strategico

“Abbiamo salvaguardato questo importante investimento, che posiziona l’Italia come leader nel settore spaziale a livello globale, quando sembrava ormai compromesso per i ritardi autorizzativi e spostato ad altra sede – commenta il ministro Urso – Confidiamo ora che la giustizia amministrativa confermi l’interesse strategico di questo progetto anche a tutela della reputazione e della credibilità internazionale del nostro Paese“.

L’osservatorio “FlyEye”

Per la realizzazione dell’osservatorio FlyEye, che ha rilevanza internazionale e rappresenta un riconoscimento dell’eccellenza scientifica e tecnologica italiana nel campo dell’osservazione dello spazio profondo, l’Esa ha mobilitato un investimento complessivo di 12 circa milioni di euro in Sicilia, “con ricadute economiche aggiuntive – spiega il Mimit – di circa 1,5 milioni di euro per l’indotto”.

I ritardi nelle autorizzazioni

La realizzazione del progetto era stata segnata da una serie di ritardi a causa delle autorizzazioni locali: una circostanza che aveva indotto l’agenzia Spaziale Europea a prendere in considerazione, nel 2023, lo spostamento del progetto con una nuova possibile realizzazione alla Canarie, che avevano già dato la propria piena disponibilità.

“Tuttavia, grazie agli interventi del governo italiano attraverso una decretazione d’urgenza e una stretta collaborazione con le autorità locali – spiega una nota del Mimit – l’Esa ha deciso di confermare la sua scelta del sito sulle Madonie, sottolineando l’urgenza di una rapida realizzazione dell’osservatorio in linea con gli obiettivi ambiziosi del progetto”.

 

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