È nata ufficialmente la Società consortile a responsabilità limitata (Scarl) Space It Up, il partenariato esteso che ha ottenuto a inizio anno un finanziamento di 80 milioni di euro dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e dal ministero dell’Università e della Ricerca (Pur) grazie al progetto coordinato dal Politecnico di Torino.
La firma si è svolta con 12 partner intervenuti di persona e 20 partecipanti in remoto, alla presenza del notaio e del rettore del Politecnico di Torino, Stefano Corgnati, a sottolineare la vocazione dell’Italia nel settore spaziale e il ruolo cruciale del partenariato tra accademie, centri di ricerca e industria.
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33 enti coinvolti
Si tratta del primo passo formale, che segna l’imminente accelerazione delle attività scientifiche dei 33 membri del progetto, tra cui università, centri di ricerca e aziende, che lavoreranno insieme per promuovere la collaborazione e l’innovazione nel settore spaziale.
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Si procederà ora alla prima convocazione del Consiglio di amministrazione presieduto dal professor Erasmo Carrera del Politecnico di Torino, che avrà all’ordine del giorno la nomina del direttore generale della Scarl, e quindi all’atteso kick off meeting che segnerà ufficialmente la partenza delle attività.
Progetto unico in Italia
“Space It Up è un’iniziativa unica che per la prima volta vede tutti gli attori italiani lavorare insieme sui temi più rilevanti dello Spazio – afferma il professor Carrera -. Questa risposta del sistema spaziale italiano alle richieste del Pnrr mira a creare un progetto ambizioso e unitario, proiettato oltre il 2026, che possa competere a livello nazionale ed internazionale”.
Ricerca e industria alleate
Il coordinamento di Space It Up è affidato alla struttura Hub con sede al Politecnico di Torino, che si adopererà sia per realizzare le attività di ricerca, sia per proporre il consorzio e i suoi membri in progetti spaziali nazionali e internazionali di particolare rilevanza per l’Italia.
“Lavoreremo in stretta collaborazione con tutti i partner, enti di ricerca e industrie del settore, per posizionare l’ecosistema nazionale del settore spazio come leader a livello europeo e internazionale – ha detto rettore Corgnati -. Strategico sarà inoltre il contributo del nostro territorio, in grado di coprire tutta la filiera dello Spazio, dall’upstream al downstream, grazie alle sue consolidate competenze di ricerca, innovazione e industriali e alla forte sinergia tra tutti gli attori coinvolti. Un elemento chiave sarà lo sviluppo di infrastrutture di innovazione congiunte tra mondo della ricerca e mondo dell’industria, un playground condiviso in cui far crescere saperi, prodotti e servizi”.
9 campi di ricerca spaziale
Space It Up impiegherà centinaia di ricercatori in 9 linee di ricerca (Spoke): nuove missioni per la protezione e lo sviluppo sostenibile del pianeta e missioni di esplorazione planetaria (Spoke 1); sviluppo della tecnologia per la creazione di “Digital twins”, i cosiddetti gemelli digitali (Spoke 2); la ricerca nel telerilevamento spaziale (Spoke 3); la progettazione, lo sviluppo e la qualificazione di sistemi di rilevamento miniaturizzati ad alta risoluzione per le missioni satellitari dei prossimi decenni che osservano le radiazioni ionizzanti attorno alla Terra e i serbatoi d’acqua sul Pianeta (Spoke 4); la frontiera della mitigazione dei rischi naturali e geologici della Terra (Spoke 5); l’indagine sui problemi scientifici e tecnologici nell’ambito della rete di processi fisici che collegano il Sole alla società terrestre (Spoke 6); la ricerca sulla sostenibilità delle attività umane per garantire salute alle persone e al pianeta, ora e in futuro (Spoke 7); attività di ricerca e sviluppo a sostegno delle future missioni umane nello spazio (Spoke 8); ricerca inerente il viaggio e la permanenza nello spazio e sui corpi celesti extraterrestri, in particolare la Luna e Marte (Spoke 9).