HORIZON EUROPE

Data center nello Spazio: Thales Alenia Space presenta lo studio di fattibilità



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Le infrastrutture in orbita per contribuire alla realizzazione degli obiettivi di neutralità carbonica del Green Deal entro il 2050 e spingere la sovranità digitale. Valorge: “Soluzione più ecologica e autonoma per lo stoccaggio e l’elaborazione dei dati”

Pubblicato il 1 lug 2024



2024-05_ASCEND copyright Thales Alenia Space_MasterImageProgrammes_2

Thales Alenia Space, la joint venture Thales (67%) e Leonardo (33%), rivela i promettenti risultati dello studio di fattibilità Ascend (Advanced space cloud for european net zero emission and data sovereignty). Questa iniziativa, lanciata nel 2023 e finanziata dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon Europe, aveva l’obiettivo di studiare la fattibilità dell’installazione di data center in orbita per contribuire alla realizzazione degli obiettivi di neutralità carbonica del Green Deal entro il 2050 e trasformare l’ecosistema spaziale e digitale europeo.

Parola d’ordine: sostenibilità

“I risultati dello studio Ascend confermano che l’implementazione di data center nello Spazio potrebbe trasformare il paesaggio digitale europeo offrendo una soluzione più ecologica e autonoma per lo stoccaggio e l’elaborazione dei dati – dice Christophe Valorge, direttore tecnico di Thales Alenia Space -. Siamo fieri di contribuire a un’iniziativa che sostiene gli obiettivi europei di neutralità carbonica e rafforza la sovranità tecnologica dell’Europa”.

Consorzio europeo

Nell’ambito dello studio, Thales Alenia Space ha riunito un consorzio europeo di imprese con aree di competenza complementari che vanno dall’ambiente (Carbone 4, Vito), al cloud (Orange Business, CloudFerro, Hewlett Packard Enterprise), ai lanciatori (ArianeGroup) e ai sistemi orbitali (il centro di ricerca spaziale tedesco Dlr, Airbus Defence and Space e Thales Alenia Space).

Progetto alla portata dell’Europa

Lo studio di fattibilità Ascend ha confrontato gli impatti ambientali dei data center orbitali a quelli dei loro omologhi terrestri. Ha inoltre convalidato la fattibilità tecnologica del loro sviluppo, implementazione e operabilità in orbita. Nell’ottica di una notevole riduzione della produzione di CO2 legata allo stoccaggio e all’elaborazione dei dati digitali, si stima, in base ai risultati dello studio, che queste infrastrutture spaziali necessiterebbero lo sviluppo di un lanciatore dieci volte meno emissivo. Inoltre, il consumo d’acqua necessario al raffreddamento sarebbe eliminato dal processo, un vantaggio importante in un contesto di periodi di siccità sempre più frequenti.

Obiettivo dello studio

Lo scopo dello studio Ascend era quello di confrontare l’impatto ambientale dei centri dati basati nello Spazio e sulla Terra. Lo scopo era anche quello di convalidare la fattibilità tecnologica dello sviluppo, del dispiegamento e del funzionamento di tali centri in orbita. Per ridurre in modo significativo le emissioni di CO2 generate dall’elaborazione e dall’archiviazione del digitale, i risultati dello studio stimano che tali infrastrutture spaziali richiederebbero lo sviluppo di un lanciatore dieci volte meno emissivo durante il suo intero ciclo di vita.

Grazie al contributo di ArianeGroup e alle analisi risultanti dallo studio di fattibilità Protein dell’Esa (l’Agenzia spaziale europea), Ascend ha convalidato la fattibilità dello sviluppo di un lanciatore di questo tipo, in grado di assicurare i molteplici lanci necessari all’implementazione del progetto con un’impronta di carbonio ridotta al minimo.

Infrastrutture spaziali modulari

Le infrastrutture spaziali modulari sarebbero assemblate in orbita grazie alle tecnologiche robotiche oggetto del programma Eross Iod della Commissione europea, condotto da Thales Alenia Space, la cui prima dimostrazione è prevista entro il 2026. L’Europa potrebbe così ritrovare la sua posizione di leader in materia di trasporto, logistica spaziale e assemblaggio di grandi infrastrutture in orbita.

Sovranità digitale europea

Il progetto Ascend potrebbe contribuire alla sovranità digitale dell’Europa, riducendo l’impronta ambientale del settore digitale e assicurando al tempo stesso la sicurezza dei dati per i cittadini e le imprese europee. Si stima che nel 2030 i data center dovranno avere una capacità di 23 Gw per rispondere alle necessità del mercato. Ascend si prefigge l’implementazione di 1 Gw prima del 2050. Inoltre, i risultati dello studio mostrano che il progetto è economicamente vantaggioso, con un potenziale ritorno sull’investimento di diverse centinaia di miliardi di euro entro il 2050.

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