LA STRATEGIA

Urso: “Spazio pilastro del Piano Mattei, pronti a cooperare con l’Africa”



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Il ministro per le Imprese e Made in Italy: “Vogliamo contribuire in maniera rilevante a promuovere uno sviluppo sostenibile del continente”. Il ministro degli Esteri Tajani: “Puntiamo a creare occupazione di qualità”. Il sottosegretario Mantovano: “Collaborazione in ottica paritaria”

Pubblicato il 16 lug 2024



Adolfo Urso Italia-Africa

“Nel piano Mattei abbiamo voluto inserire la tecnologia e la diplomazia spaziale, convinti che questi possono contribuire concretamente a promuovere uno sviluppo sostenibile e duraturo aperto al futuro, quello che sarà il futuro del continente africano e quindi anche il nostro futuro”. Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy e presidente del Comitato Interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale, Adolfo Urso, intervenendo alla prima giornata della conferenza sullo Spazio Italia-Africa.

Urso: “Pronti a cooperare con l’Agenzia africana”

“Lo spazio – ha aggiunto – è un vettore privilegiato per sviluppare la cooperazione internazionale di qualità e quindi vorremmo giocare un ruolo con voi, insieme a voi, da protagonisti. Siamo pronti a cooperare con l’Agenzia nazionale africana in via di costituzione sulla base dell’esperienza maturata con l’agenzia europea e vorremmo che la nostra agenzia fosse il ponte anche con l’Agenzia spaziale europea”.

Per l’Italia “l’esperienza nello spazio è ben consolidata fin dalla metà del secolo scorso in quanto università come La Sapienza di Roma o i Politecnici di Milano e Torino hanno creato le condizioni tecniche scientifiche per sviluppare iniziative di applicazioni industriali”.

Urso in Kenya a settembre per promuovere il settore spaziale

Il ministro Urso sarà a settembre in Kenya anche per promuovere la cooperazione nel settore dello spazio, come già fatto in Algeria ed Egitto, oltre che in Eritrea.

Inoltre Urso ha sottolineato come sulla scia delle ricerche del professor Luigi Broglio sia nato in Kenya il Luigi Broglio Malindi Space Center, base operativa al di fuori del territorio nazionale dell’Agenzia Spaziale Italiana che “consentì all’Italia di essere la terza potenza al mondo ad avere penetrato lo spazio dopo gli Stati Uniti e l’Unione sovietica, la terza potenza fu l’Italia e giunse a questo successo proprio da una base africana che fu inizialmente una base per il lancio attraverso appunto una piattaforma oceanica e oggi quella base è utilizzata per i servizi di ricezione di dati satellitari, il tracciamento di vettori“.

Urso ha auspicato che questa base possa fungere da centro di ” l’addestramento gestito dall’Agenzia spaziale di formazione per i paesi africani”. “Crediamo che l’Agenzia spaziale possa servire, possa essere di beneficio per l’intero continente africano per farne un centro aperto a tutto il continente africano attraverso il quale offrire attività di formazione, progetti di cooperazione per favorire lo sviluppo sostenibile dell’Africa”.

Tajani: “L’obiettivo è creare nuove professionalità per l’innovazione”

A proposito di formazione e ricadute occupazionali, “lo spazio è un settore dove si può fare di più, dove si può cooperare di più – ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, alla Conferenza sullo spazio Italia-Africa alla Farnesina -. Anche la formazione è un aspetto cruciale. L’obiettivo è creare nuove professionalità in grado di guidare innovazioni, il progresso del continente attraverso le tecnologie spaziali. Le ricadute di una collaborazione sono in termini industriali, di competenze, di crescita. Come Italia, siamo fortemente impegnati anche per utilizzare le tecnologie spaziali per promuovere l’agricoltura sostenibile e l’ambiente. Le nostre imprese sono pronte a mettere a disposizione la loro miglior saper fare nel continente africano”.

Mantovano: “Collaborazione in ottica paritaria”

Nel suo intervento, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, ha ricordato che”poco meno di un anno fa in questo stesso luogo ci eravamo ritrovati per la conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni dalla quale ha preso le mosse il processo di Roma che ha segnato l’inizio di un inedito percorso di cooperazione tra l’Italia e le nazioni africane, inedito per l’ampiezza dei settori coinvolti, inedito per il metodo di lavoro. A 12 mesi di distanza è motivo di soddisfazione osservare su quanti livelli si stia sviluppando in concreto la collaborazione nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa in un’ottica paritaria e aperta”.

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