SPACE INFRASTRUCTURE

Traffico e detriti spaziali, a Euspa il coordinamento Ue

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Oltre 1 milione gli oggetti di dimensioni superiori a 1 cm attualmente in orbita intorno alla Terra. La Commissione Europea ha recentemente proposto un approccio integrato per la gestione. L’Agenzia dal 1° luglio assumerà la responsabilità del front desk per la fornitura dei servizi di sorveglianza e tracciamento

Pubblicato il 22 Mag 2023

Nicola Desiderio

detriti

L’Euspa (European Union Agency for the Space programme) diventerà il punto di riferimento per la fornitura di servizi di sorveglianza e tracciamento spaziale (In gergo Space Surveillance and Tracking o Sst) dal prossimo I luglio al fine di sviluppare un approccio sempre più integrato per la sicurezza e la sostenibilità delle infrastrutture e delle attività spaziali europee.

Cambio non solo di indirizzo

Tale attività sarà trasferita dallo European Satellite Centre (SatCen) di Torrejon de Ardoz, al Galileo Security Monitoring Centre (Gsmc) inaugurato lo scorso 20 settembre, che fa capo all’Euspa e si trova sempre nei pressi di Madrid, precisamente a San Martin de la Vega. La variazione non sarà solo di indirizzo. “Lo EU SST Front Desk è un’interfaccia fondamentale per fornire servizi di sorveglianza e tracciamento spaziali, incluse le attività collegate al coordinamento degli utenti e all’efficienza del servizio” spiega Rodrigo da Costa.

Ruolo più attivo

“In più – prosegue l’Executive Director dell’Euspa – l’SST Front Desk si impegnerà con utenti e nella promozione dell’utilizzo dei servizi di sorveglianza e tracciamento spaziale per fornire ulteriore supporto alla gestione futuro del traffico spaziale (Space Traffic Management o Stm, ndr) nell’Unione Europea”. Dunque un ruolo più attivo e funzioni allargate in vista delle sfide poste dalla quantità crescente dei detriti in orbita e dalla prospettiva che le orbite terrestri siano solcate da un numero di satelliti molto superiore all’attuale.

Un milione grandi più di un cm

Attualmente, l’SST Front Desk fornisce informazioni e servizi per l’evitamento per oltre 390 satelliti distribuiti nelle varie orbite terrestri (bassa, media e geostazionaria) e le previsioni parlano del lancio di 20mila satelliti nel corso del prossimo decennio, in particolare verso la bassa orbita, mentre il Directorate General for Defence Industry and Space (Dg Defis) indica in oltre un milione i detriti più grandi un cm che girano intorno alla Terra. Senza contare quelli più grandi e pesanti come i satelliti inattivi.

Per migliaia di anni

Vi è poi un’ampia gamma di tipi di oggetto che fluttuano nel vuoto, dalle viti e i bulloni fino ai pezzi di cavo e a pezzi lasciati dai vettori di lancio. Alcuni di questi, in particolare in bassa orbita, vengono catturati dalla gravità terrestre e si disintegrano a contatto con l’atmosfera, altri invece sono lì da decenni mettendo in pericolo i satelliti operativi, presenti e futuri, con la prospettiva che, senza misure preventive o di intervento attivo, possono rimanere potenzialmente per migliaia di anni e crescere nel numero, aumentando le probabilità di collisioni.

L’esperienza e i rischi

Nell’estate del 2016 il satellite Sentinel-1A, che fa parte del sistema Copernicus, è stato vittima di un particella dell’ordine di millimetri che l’ha urtata causando un danno minore ai pannelli solari che non ha compromesso la funzionalità del satellite. Calcolando che vi sono milioni di pezzi uguali e più grandi sparsi tra le orbite, la probabilità statistica che i satelliti per la navigazione, le comunicazioni e l’Osservazione della Terra siano danneggiati in modo irreversibile, con importanti conseguenze a Terra, diventa sempre più alta.

Tematica geostrategica

Da qui l’esigenza di un approccio diverso e più incisivo che metta al sicuro la sicurezza delle infrastrutture e delle attività spaziali dell’Unione Europea e di tutti gli stati membri, come previsto dal regolamento 2021/696 approvato il 28 aprile 2021. L’obiettivo è rendere lo spazio sicuro, sostenibile e protetto. “Essere capaci di tenere sotto controllo lo spazio in modo autonomo e accrescere la nostra consapevolezza situazionale collettiva nei confronti delle minacce alle risorse spaziali, nazionali o europee, è una questione geostrategica”.

Una rete da potenziare

Così si è espresso il commissario per il Mercato Interno, Thierry Breton durante l’ultima edizione della European Space Conference. Dal 2014 l’Unione Europea ha stabilito la EU Space Surveillance and Tracking (Eu SST) Partnership che costituisce tutt’ora il pilastro continentale della gestione del traffico spaziale. Essa opera attraverso una rete di sensori di Terra, messi a disposizione da risorse civili e militari dei singoli stati membri, capaci di sorvegliare e tracciare oggetti spaziali fornendo dati, informazioni e servizi. È sicuramente questo il punto di partenza di una strategia sempre più comprensiva ed olistica della sicurezza spaziale.

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