Italia sempre più protagonista nello Spazio: “Nella mia missione negli States ho incontrato i cinque big player privati interessati a cooperare nel nostro Paese”, scrive su “X” Adolfo Uso. In un post sull’ex Twitter, il ministro delle Imprese e del Made in Italy fa il punto sulle politiche per far crescere la nostra space economy e sulla presenza e il peso del nostro Paese in orbita.
Così come Urso riferisce dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 29 agosto, a proposito della presa di posizione dei sindaci francesi di Cannes e Tolosa che in un articolo sul quotidiano “La Tribune” sostengono che l’Italia sia un “modello” e sia più avanti rispetto ai francesi nel mondo dei satelliti.
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Urso: “Cambiamento determinato da strategia, strumenti e risorse”
“In questi due anni – spiega Urso – abbiamo costruito una strategia di crescita sullo Spazio che sta già portando cospicui risultati. Siamo tornati ad esserne i protagonisti, come dimostra anche la legge quadro sulla space economy in esame alla Camera. Il cambiamento è stato determinato da strategia, strumenti e risorse, ben indirizzate con una visione industriale e un nuovo contesto legislativo adeguato ai tempi”.
Il ministro: “L’Italia è leader nei piccoli satelliti”
“Siamo soprattutto l’unico Paese in condizione di operare in ogni settore: dai lanciatori con Avio a Thales Alenia Space del gruppo Leonardo nel settore dei satelliti fino all’osservazione della Terra dove siamo leader mondiali”, afferma il ministro, che prosegue dicendo che “per questo il presidente Meloni ha voluto inserire lo Spazio nel Piano Mattei per l’Africa. Il mercato dei grandi satelliti deve vincere la concorrenza, sempre più serrata, delle costellazioni satellitari come Starlink di Elon Musk. L’Italia, nei piccoli satelliti, ha dimostrato di saperci fare grazie ai programmi dell’Asi e alla costellazione Iride. Di qui la tesi del sorpasso dell’Italia”.
Urso: “7,2 miliardi sino al 2026 tra risorse Esa, nazionali e Pnrr”
A questo proposito, Urso sottolinea che è “un riscontro oggettivo, di cui persino i francesi hanno dovuto prender atto”. E aggiunge che, per quanto riguarda i finanziamenti stanziati, sono “7,2 miliardi sino al 2026 tra risorse Esa, nazionali e Pnrr, con una programmazione che rispetta pienamente obiettivi, modalità e tempi. Tutte saranno impiegate con ricadute di almeno tre volte sul sistema produttivo, per le grandi e per la filiera delle piccole imprese”. “Certo, ci sono altri attori, dall’India alla Corea, al Giappone, ovviamente la Cina, persino gli Emirati”, conclude il ministro. Ecco perché “occorre consolidare una risposta europea ma anche agire a tutto campo come noi sappiamo fare”.