Lo spazio è sempre di più terreno di confronto tra le nazioni e di conquista commerciale da parte di attori privati. Per questo, accanto ad una leadership tecnologica, per l’Italia è necessario mettere in campo un indirizzo strategico chiaro che ci permetta di far valere le nostre competenze aerospaziali nel quadro geopolitico internazionale.
È questo il punto di partenza dal quale parte l’indagine conoscitiva sul dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica che il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir) ha avviato e le cui conclusioni sono previste nelle prossime settimane e che successivamente sarà oggetto di una Relazione da approvare in Parlamento. L’indagine è stata inaugurata con l’audizione del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Roberto Cingolani, e poi dei ministri dell’economia e delle finanze, Daniele Franco, e dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Sono stati ascoltati anche rappresentanti dell’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, dei vertici del Comparto intelligence e il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, oltre a Alessandro Profumo e a Giulio Ranzo, amministratori delegati rispettivamente di Leonardo e Avio, ovvero tra le principali aziende del settore aerospaziale in Italia.
“Con tale procedura informativa – si legge nella Relazione sull’attività svolta dal Copasir dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022 e resa pubblica ieri – seguita dai relatori, senatore Claudio Fazzone e deputato Maurizio Cattoi, si sta approfondendo l’attuale processo di liberalizzazione che interessa il perimetro spaziale e le sue conseguenze, a partire dall’adeguamento delle normative internazionali di settore e dal crescente protagonismo dei soggetti privati, accanto agli attori statali, tra i quali si annoverano potenze particolarmente attive nello sfruttamento del dominio spaziale”.
“L’Italia – si legge ancora nella Relazione – è un Paese che vanta una tradizionale capacità di ricerca e di applicazione nel campo aerospaziale. Occorre preservare e valorizzare questo elemento di forza mediante un indirizzo politico e strategico chiaro e lungimirante ed un quadro definito di risorse finanziarie, tecnologiche e materiali”. Si fa riferimento a problematiche che riguardano l’Intelligence e la Difesa delle quali alcuni paesi hanno già assunto consapevolezza come dimostra la nascita della Space Force negli Usa, la divisione dedicata allo Spazio all’interno dell’esercito russo e il Comando Operazioni Spaziali (Cos) italiano. Anche la Nato nel 2021 ha allargato la clausola di difesa allo Spazio mentre l’Unione Europea ha già una strategia spaziale e si prepara a presentare lo Space Package che indica le linee guida per la gestione del traffico spaziale nonché la proposta legislativa per la realizzazione di un sistema di connettività sicuro attraverso lo Spazio.
“Nel corso delle audizioni – prosegue la Relazione – sono stati esaminati diversi aspetti che caratterizzano il rapporto fra il dominio aerospaziale e la sicurezza nazionale”. Tra questi: la criticità rivestita dalle infrastrutture spaziali, le possibili minacce e il quadro giuridico che regola l’accesso e lo sfruttamento dello Spazio, diventato decisamente obsoleto e bisognoso più che mai di un adeguamento alla luce dell’incremento degli attori statali e dell’ingresso di soggetti privati. Proprio per questo, è necessario che la Strategia nazionale di sicurezza per lo Spazio tenga in giusta considerazione la necessità di garantire la sicurezza dei sistemi che operano in orbita. La manutenzione e la dismissione a fine vita di quest’ultimi sono indicati dalla Relazione come le opportunità più interessanti per il futuro, dove l’Italia può far valere e consolidare il proprio vantaggio competitivo con ricadute sul piano economico e occupazionale.
Il documento ha poi evidenziato i punti di forza e di debolezza del settore aerospaziale italiano. Tra i primi, le relazioni dell’Asi con l’Ente Spaziale Europeo (Esa), del quale è terzo contributore, e con la Francia che rappresenta il partner più stretto del nostro Paese, anche attraverso scambi di quote partecipative tra aziende, ma anche uno dei principali concorrenti. Il nostro settore aerospaziale può vantare rapporti che abbracciano diversi paesi e realtà mondiali per la ricchezza delle sue competenze, ma il suo punto di debolezza è nella dimensione medio-piccola delle aziende che ne fanno parte. Anche di questo tema deve farsi carico la politica stabilendo un percorso di evoluzione dimensionale per tutto il settore. “Inoltre – si afferma nella Relazione – il nostro Paese potrebbe farsi portatore di uno stimolo nei confronti di una chiara definizione della disciplina che in ambito internazionale regolamenti l’accesso e lo sfruttamento dello spazio”.