La Space Economy applicata allo sviluppo sostenibile è un campo estremamente promettente spinto fortemente dagli enormi e continui sviluppi delle tecnologie spaziali e satellitari, da una parte, e dalla crescente e necessaria attenzione della scienza, dei cittadini e delle istituzioni per le tematiche ambientali (primo tra tutti il Green Deal Ue), dall’altra.
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Osservazione della Terra, investimenti in aumento
Le potenzialità offerte dai programmi di osservazione della terra, in questo senso, sono tanto evidenti da giustificare sia in campo upstream che in campo downstream importanti investimenti pubblici (Esa e Unione europea in testa) e privati indirizzati tanto a un continuo sviluppo tecnologico della strumentazione (upstream) quanto alla ricerca scientifica finalizzata alle possibili applicazioni (downstream).
Dalla ricerca al business
Il modello di trasferimento tecnologico che può effettivamente portare ad una proficua diffusione e applicazione delle tecnologie e dei dati satellitari nel campo del business legato alle tematiche ambientali (Green Economy) non sembra, tuttavia, ancora chiaramente delineato e maturo.
Il passaggio dalla ricerca al business nel settore spaziale, proprio per il suo altissimo contenuto tecnologico, è infatti da sempre caratterizzato da tempi prolungati e attività di ricerca e validazione decisamente impegnative. Se poi all’equazione si aggiunge la variabile dell’applicazione in campo ambientale, si potrebbe pensare ad una complicazione eccessiva, ma un modello attuabile sembra che si stia delineando.
La partita dei dati satellitari
Andiamo per gradi. I dati satellitari sono sempre di più una risorsa imprescindibile per la ricerca in campo ambientale e possono diventarlo anche per l’attuazione di uno sviluppo sostenibile reale a patto di applicare un percorso di trasferimento tecnologico, dalla ricerca all’applicazione commerciale, efficiente ed efficace; un modello che punti, come output, alla commercializzazione di servizi ed attività verticali.
L’innovazione e il legame tra ricerca scientifica, sviluppo sostenibile, spazio e applicazioni commerciali oltre ad essere fortemente auspicato e incentivato può esprimersi pienamente solo con un modello di implementazione completamente circolare.
La ricerca deve orientarsi al mercato
Se è vero, infatti, che la ricerca scientifica e il mondo accademico rappresentano la fucina dell’innovazione è altrettanto vero che, in questo modello, le attività di ricerca devono partire da un’idea che risponde anche a esigenze di mercato e arrivare a un risultato che possa essere direttamente applicato in campo commerciale.
D’altro canto, in un contesto in cui i contenuti scientifici e tecnologici sono in continuo sviluppo, il mondo imprenditoriale e professionale, che vuole applicare queste tecnologie, deve rimanere in continuo e stretto contatto con il mondo della ricerca scientifica.
Le tre azioni necessarie
Perché questa mutua collaborazione funzioni è determinante il ruolo delle istituzioni che deve svilupparsi su tre principali azioni.
- Le istituzioni devono dettare la linea e incentivare gli investimenti, l’utilizzo e lo sviluppo delle tecnologie e la collaborazione stretta tra mondo della ricerca scientifica e mondo imprenditoriale. Da questa idea nascono tutte le iniziative di coinvolgimento e di finanziamento promosse dalle istituzioni e dalle agenzie spaziali (per esempio Horizon Europe e i bandi Esa) che sono sempre più indirizzate ad attività caratterizzate da cooperazioni pubblico/private e finalizzate a produrre risultati applicabili e diffusi.
- Le istituzioni devono permettere l’accesso ai dati: per esempio Esa che con la sua politica di dati free and open per la costellazione Copernicus ha reso possibile a tutti accedere ai dati satellitari e utilizzarli in maniera massiva. Da qui le informazioni, essenziali per lo sviluppo di un servizio o prodotto.
- Le istituzioni devono porre le basi affinché si creino percorsi di formazione che possano rispondere alle esigenze del mercato e creare figure professionali in grado di supportare il mondo imprenditoriale nell’utilizzo delle tecnologie e dei dati satellitari nel modo più efficiente e organico possibile.
È un percorso circolare in cui tutti gli elementi devono essere strettamente correlati, interagire e contribuire a costruire il modello di sviluppo e trasferimento tecnologico in un susseguirsi continuo di stimoli e influenze reciproche.
Le best practice
Esistono alcune importanti realtà che si stanno sviluppando su questo modello di relazioni tra mondo imprenditoriale e mondo della ricerca ma è evidente che si tratta di sistemi che richiedono grossi impegni e investimenti e che, in definitiva, si rivelano ancora troppo complessi perché possano realmente diffondersi su larga scala.
L’approccio dimostrato da aziende e centri di ricerca riguarda, in genere, l’individuazione di una nicchia specifica in cui sviluppare, in collaborazione, una tecnologia basata sui dati satellitari o da essi strettamente supportata.
La consulenza fondamentale per le piccole realtà
Non sembrano ancora maturi i tempi per un utilizzo diretto delle tecnologie e dei dati satellitari da parte di piccole e piccolissime realtà quali studi professionali, piccole e medie imprese, enti pubblici e di gestione del territorio. È qui che le attività di consulenza possono fare la differenza: come accentratori di competenze e collaborazioni possono mettere a disposizione una struttura in grado di supportare le realtà di ogni dimensione in uno o più passaggi del modello di trasferimento tecnologico che abbiamo descritto. Dalla formazione e aggiornamento alla definizione e individuazione delle migliori opportunità, dalla scelta dei set di dati e immagini alla classificazione e scelta delle migliori metodologie di analisi disponibili fino alla creazione di opportunità di contatto e collaborazione, la consulenza può rappresentare un’opportunità reale di approcciarsi al mondo della Space Economy in campo ambientale e non solo.