Favorire la transizione digitale e l’innovazione del sistema produttivo incentivando gli investimenti in tecnologie avanzate, ricerca e innovazione; realizzare investimenti per le connessioni ultraveloci in fibra ottica 5G; rafforzare la partecipazione allo sviluppo della space economy e i sistemi di osservazione della Terra per il monitoraggio dei territori; promuovere la sviluppo e la competitività delle imprese italiane anche sui mercati internazionali e anche attraverso strumenti finanziari innovativi. Sono questi i pilastri della “Missione 1” – dedicata alla digitalizzazione – del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) del Governo Draghi, il #NextgenerationItalia. (QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE)
Nel documento da 335 pagine è stata messa dunque nero su bianco la Strategia Paese che punta a recuperare i ritardi accumulati e soprattutto a rilanciare la crescita e la competitività. “Tra le cause del deludente andamento della produttività c’è l’incapacità di cogliere le molte opportunità legate alla rivoluzione digitale. Questo ritardo è dovuto sia alla mancanza di infrastrutture adeguate, sia alla struttura del tessuto produttivo italiano, caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese, che sono state spesso lente nel muoversi verso produzioni di più alto valore aggiunto”, si legge nella relazione introduttiva a firma del Presidente del Consiglio Mario Draghi.
“La scarsa familiarità con le nuove tecnologie digitali caratterizza d’altronde anche il settore pubblico. Prima dello scoppio della pandemia, il 98,8% dei dipendenti dell’amministrazione pubblica in Italia non aveva mai utilizzato il lavoro agile. Anche durante la pandemia, a fronte di un potenziale di lavoro agile nei servizi pubblici pari a circa il 36%, l’utilizzo effettivo è stato del 33%, con livelli più bassi, di circa 10 punti percentuali, nel Mezzogiorno. Questi ritardi sono in parte legati al calo degli investimenti pubblici e privati, che hanno rallentato i necessari processi di modernizzazione della pubblica amministrazione, delle infrastrutture e delle filiere produttive”.
“L’impegno sulla digitalizzazione del paese nel Recovery plan è una grandissima opportunità; c’è voluto l’elettroshock culturale derivato dalla pandemia a spingere su questo terreno laddove ricerche e studi scientifici non sono bastati”: in un’intervista all’Adn Kronos, Andrea Rangone professore ordinario di Digital business al Politecnico di Milano e Presidente di Digital360 indica i punti di forza del piano a partire dal fatto che nel Pnrr si delineano “interventi strutturali di politica industriale con la P e la I maiuscole. Nel piano ci sono interventi importanti e anche novità molto interessanti sull’ultrabroadband mobile e il 5G satellitari. In generale comunque – le direttrici di investimento per la PA da una parte e le imprese dall’altra, dal rifinanziamento di Transizione 4.0 alla banda ultralarga, sono quelle e le risorse aggiuntive si incanalano bene su filoni su cui si stava già lavorando. Ora l’importante è che ci sia, come del resto ci si attende, un terreno fertile per sfruttarle al meglio e amplificarne gli effetti”.
Sei le Missioni del Piano: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Il Piano, in piena coerenza con i sei pilastri del NgEu soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei, con una quota di progetti ‘verdi’ pari al 38% del totale e di progetti digitali del 25%.
Indice degli argomenti
Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
La Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” è costituita da 3 componenti e si pone come obiettivo la modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella Pubblica Amministrazione e nel suo sistema produttivo.
Obiettivo fondamentale “è offrire una connettività omogenea ad alta velocità in tutto il paese per residenti, aziende, scuole e ospedali. Per farlo è necessario utilizzare tutte le tecnologie più avanzate (Fibra, FWA, 5G8) e adattare il quadro normativo in modo da facilitarne l’implementazione”, si legge nel Documento.
Banda ultralarga e 5G, ecco la strategia
Per mantenere la promessa di una Gigabit society universale basata su un’infrastruttura di reti fisse e mobili ad altissima capacità (Very High Capacity Network), si adotterà un approccio neutrale sotto il profilo tecnologico che ottimizzi l’impiego delle risorse. L’investimento sarà accompagnato da un percorso di semplificazione dei processi autorizzativi che riconosca le infrastrutture per la cablatura in fibra ottica e per la copertura 5G come strategiche, velocizzandone così la diffusione sul territorio. Per banda ultralarga e 5G sono previsti fondi per 5,3 miliardi.
In particolare, sono state stanziate risorse per:
- portare la connettività a 1 Gbps direttamente all’edificio (Piano Italia a 1 Gbps) per oltre 8 milioni di famiglie, imprese ed enti nelle aree grigie del paese, facendo leva su un insieme di soluzioni in fibra e Fixed Wireless Access/5G
- garantire la connettività a 1 Gbps con l’impiego di un insieme di tecnologie (Ftth/b, Fwa, Fwa-5G) per 500.000 unità abitative nelle aree residuali, le cosiddette case sparse, oggi non ricomprese dal piano aree bianche
- completare la copertura di 9.000 edifici scolastici (il 20 per cento rimanente) e oltre 12.000 ospedali, garantendo una performance di connettività all’avanguardia per le infrastrutture sociali cardine del Paese
- incentivare lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G nelle aree mobili a fallimento di mercato come parchi naturali e siti archeologici, laddove gli operatori privati non avranno manifestato interesse economico a investire
- supportare la diffusione della copertura 5G lungo oltre 2.000 km di corridoi di trasporto europei e 15.000 km di strade extra-urbane, abilitando lo sviluppo di servizi a supporto della sicurezza stradale, della mobilità, della logistica e del turismo
- dotare le 18 isole minori di un backhauling in fibra ottico adeguato e/o aumentare la resilienza dei collegamenti esistenti.
“Gli interventi previsti – spiega il documento – sono complementari rispetto alle concessioni già approvate nelle aree bianche e rappresentano il volano per attivare ulteriori investimenti da parte degli operatori privati. Oltre alla copertura infrastrutturale del Paese, si interverrà sulla domanda di connettività di famiglie e imprese, monitorando attentamente i risultati del piano voucher in corso al fine di aggiornarlo e, se necessario, potenziarlo per massimizzare l’impatto del sussidio pubblico erogato”.
Tecnologie satellitari ed economia spaziale
Un capitolo a parte è dedicato alla space economy: “Allo spazio è ormai ampiamente riconosciuto il ruolo di attività strategica per lo sviluppo economico, sia per il potenziale impulso che può dare al progresso tecnologico e ai grandi temi di “transizione” dei sistemi economici (ad es. anticipazione delle implicazioni del cambio climatico tramite l’osservazione satellitare), sia per la naturale scala continentale/europea che ne contraddistingue l’ambito di azione e di coordinamento degli investimenti – si legge nel Piano -. Analizzando il contesto di mercato globale e le caratteristiche dell’industria spaziale italiana è stato prodotto un Piano Nazionale volto a potenziare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio extra-atmosferico e a rafforzare le competenze nazionali nella space economy. Il Piano Nazionale include diverse linee d’azione: SatCom, Osservazione della Terra, Space Factory, Accesso allo Spazio, In-Orbit Economy, Downstream. Le risorse stanziate dal Pnrr copriranno una quota degli investimenti definiti per queste linee di intervento. L’investimento porterà a un aumento di circa il 20% degli addetti dello spazio in Italia”.
Banda ultralarga, 5G, space economy e cloud al centro di Telco per l’Italia 2021
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