Agricoltura, monitoraggio delle risorse, trasporto marittimo e intermodale, esplorazione dell’industria petrolifera e del gas, servizi pubblici, costruzioni e governi. Sono questi gli ambiti di applicazione chiave per l’Internet of Things satellitare, tecnologia in crescita nel mondo a un tasso del 35,8%. Emerge dall’analisi di Berg Insight secondo cui il mercato globale delle comunicazioni Iot via satellite sta crescendo a un buon ritmo costante.
Indice degli argomenti
Potenzialità dell’Iot satellitare
Nonostante l’impatto della pandemia la base globale di abbonati IoT via satellite è cresciuta fino a superare i 3,4 milioni nel 2020 e raggiungerà quota 15,7 milioni di unità entro il 2025.
Solo il 10% circa della superficie terrestre ha accesso a servizi di connettività terrestre che lasciano un’enorme opportunità per le comunicazioni IoT via satellite. La connettività satellitare fornisce un complemento alle reti cellulari e non cellulari terrestri in località remote. Sia gli operatori satellitari storici che oltre 25 nuovi progetti stanno scommettendo sul mercato della connettività IoT.
“Orbcomm, Inmarsat, Iridium e Globalstar sono oggi i più grandi operatori di reti IoT satellitari” spiega Johan Fagerberg, Principal Analyst presso Berg Insight. Fra gli altri, Orbcomm, diventato fornitore di soluzioni end-to-end, offre servizi sulla propria rete satellitare oltre ad essere partner rivenditore di Inmarsat e altri. Alla fine del 2020, l’azienda aveva 1,2 milioni di abbonati IoT satellitari sulle reti proprie e di Inmarsat. Allo stesso tempo, Iridium e Globalstar contano rispettivamente 1,1 milioni e 0,4 milioni di abbonati.
Altri player con connessioni nell’ordine delle decine di migliaia di clienti includono ad esempio Kineis in Francia e Thuraya negli Emirati Arabi.
I nuovi progetti in campo
Ma oltre agli operatori satellitari storici, di recente sono apparse sul mercato una serie di nuovi progetti. Fra gli altri Astrocast, Casc/Casic, Fleet Space Technologies, Hiber, Ingenu, Kepler Communications, Lynk, Myriota, Skylo, Swarm Technologies (SpaceX) e Totum Labs. Molti di questi sono basati su nanosatelliti in orbita terrestre bassa.
“Molti si affidano a tecnologie proprietarie di connettività satellitare per supportare i dispositivi IoT – dice ancora Fagerberg -, ma altri stanno iniziando a sfruttare le tecnologie di connettività IoT wireless terrestri”. Fra gli altri OQ Technology, AST SpaceMobile, Omnispace, Sateliot e Galaxy Space, EchoStar Mobile e Lacuna Space ed Eutelsat.