L’Abruzzo accelera sull’aerospazio e si candida a diventare un centro di eccellenza anche nella filiera della cybersecurity. E non a caso è andata in scena fra Chieti e L’Aquila la prima conferenza nazionale Icssa (International Conference on Cyber security for Aerospace).
Fra le più competitive nel settore e dalla forte impronta innovativa la regione punta ora sulle competenze facendo leva su “Cyber Trainer”, una piattaforma e-learning, di “addestramento” e simulazione virtuale. Il progetto, nato nel 2015 ma ufficialmente avviato nel 2018, diventa ora più che strategico considerata la crescente necessità di nuove competenze in grado di rispondere in maniera dinamica ai continui cambiamenti delle minacce e dei sistemi informatici. A spiegarne dettagli ed evoluzione Aldo Sebastiani, SVP Cyber & Digital Center di Leonardo: la stretta partnership con la Regione Abruzzo, l’Università dell’Aquila e diverse Pmi locali, ha consentito già una maggiore sensibilizzazione sullo Spazio, inteso come nuovo dominio di conflitto, evidenziando la “necessità di prevenire le minacce e le loro conseguenze con le giuste tempistiche e strategie”.
Ma a cosa punta il Cyber Trainer? “Vogliamo formare i nostri operatori e tutti coloro che operano per i nostri clienti. E possono essere coinvolte anche le istituzioni, a partire dal Ministero della Difesa che ha bisogno di formare il proprio personale con dei verticali specializzati considerato che ogni dominio ha peculiarità precise. E poi c’è il mondo universitario e della formazione – ha spiegato il manager -. Di fatto vogliamo creare un ciclo virtuoso per spingere il più possibile l’utilizzo della piattaforma avvicinando il mondo dell’impresa a quello della formazione e dell’università”.
Sull’importanza del coinvolgimento accademico e del mondo della ricerca ha acceso i riflettori anche Edoardo Alesse, Rettore dell’Università dell’Aquila: “è fondamentale per attori istituzionali ed aziende private e il rilancio di nuove collaborazioni può portare ad un’effettiva strategia di difesa comune”.
Il simposio abruzzese è stato anche un’occasione per evidenziare il rilancio delle tematiche di cyber sicurezza e di come queste non siano più limitate ai soli attori statali. Lo scenario vede anche il coinvolgimento dei privati che sono sempre più implicati nelle cosiddette advanced persistent threats. Con la “commercializzazione” dello Spazio, è sempre più frequente l’insidiosa minaccia della sottrazione dei dati che possono essere venduti per motivi di profitto, di posizionamento competitivo o per ridurre il proprio divario tecnologico.
“L’economia spaziale è molto più presente di quanto non si possa immaginare – ha evidenziato Marco Brancati, Ctio di Telespazio –. Il primo elemento da proteggere è ciò che consente dalla Terra di collegarsi al sistema spaziale (centri di controllo) e ciò che mette in collegamento lo spazio alle comunicazioni satellitari”. Viene quindi sollevata una maggiore criticità nella scelta dei componenti della supply chain e maggiore rigidità nell’individuazione di potenziali partnership. La relazione sempre più stretta con gli operatori di telecomunicazioni è il segnale forte di quanto la connettività satellitare sia strategica per colmare il divario digitale in Italia: “Il satellite viene utilizzato da tempo per applicazioni specifiche e di copertura di rete. E le telco possono fortemente beneficiare dall’integrazione fra le comunicazioni satellitari con quelle terrestri”. In particolare, il segmento terrestre e quello spaziale sono complementari per la copertura di rete e “il satellite non si pone in competizione con la componente terrestre”, ha puntualizzato Brancati “e bisogna sfruttare il potenziale che deriva dalla convergenza”.
Last but not least, Tommaso Profeta, Managing Director, Cyber and Security Division di Leonardo, si è soffermato sulla questione della “democratizzazione del Cosmo” anche grazie alla riduzione dei costi di accesso “e il coinvolgimento di una molteplicità di attori, che ha portato il segmento spaziale ad essere caratterizzato da un’irrefrenabile interconnetività, che ne ha esteso la sua superficie di attacco portandolo ad esser definito mission critical”. “I sistemi spaziali sono messi al servizio di attività strategiche, e necessitano quindi di una protezione adeguata: l’allargamento dello spazio ad attori nuovi offre una superficie di attacco potenziale straordinariamente grande, ed è questo il terreno su cui ci vogliamo misurare nei prossimi anni”.