Non inganni la cornice formale. In quei 18 articoli messi nero su bianco lungo le 21 pagine del nuovo statuto dell’Asi, l’agenzia spaziale italiana, c’è una chiara missione: far crescere l’industria aerospaziale del nostro Paese, un’eccellenza riconosciuta anche a livello internazionale. Come? Con la spinta del governo, con la linfa economica del piano triennale e del Pnrr (1 miliardo di euro all’anno) e con la visione strategica e il coordinamento di un’agenzia che sia in prima fila anche nel “promuove l’eccellenza nazionale nel settore della ricerca e sviluppo e un alto livello di competitività del comparto industriale italiano, con particolare riferimento alle piccole e medie Imprese (Pmi), al fine di poter valorizzare al meglio la loro competitività e capacità di innovazione”. Così si legge a pagina 3, mentre la Gazzetta ufficiale ha pubblicato il comunicato della presidenza del Consiglio relativo proprio all’adozione del nuovo statuto dell’Asi (scarica qui il documento).
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Nuovo statuto, una “mappa” per conoscere l’Agenzia
Il nuovo statuto è una mappa ragionata che aiuta a conoscere i meccanismi che regolano la “vita” e il funzionamento dell’Asi: dai suoi organi di rappresentanza, indirizzo e controllo alla sua gestione, fino alle disposizioni generali che contengono una voce cruciale come le “entrate”, le quali sono garantite con finanziamenti nazionali, europei e internazionali. E a questo proposito il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia, quando ha parlato allo “Space Innovation Hub” a Roma, ha detto che “tre anni e mezzo fa, il budget annuale dell’Asi era al massimo intorno ai 300 milioni all’anno. Ora tra piano triennale e fondi Pnrr siamo quasi a 1 miliardo all’anno”.
La missione dell’Asi per lo sviluppo del settore
Per comprendere il futuro delle politiche per lo Spazio in Italia, è fondamentale analizzare la prima parte del nuovo statuto dell’Asi che al Titolo I, “Gli aspetti generali”, assicurano all’Agenzia autonomia statutaria, organizzativa, scientifica, finanziaria e contabile. E, in particolare, vanno considerati gli articoli 2, 3 e 4, che disciplinano rispettivamente “Missione e obiettivi”, “Piani di attività” e “Strumenti”, delineando il ruolo strategico affidato all’Asi.
In estrema sintesi, l’Agenzia spaziale italiana dovrà promuovere, sviluppare e diffondere “la ricerca scientifica e tecnologica e le sue applicazioni, perseguendo obiettivi di eccellenza“. Così come: “Promuove, sostiene e coordina la partecipazione italiana a progetti e iniziative dell’Unione europea nel campo spaziale e aerospaziale”. E ancora: partecipare ai lavori e ai programmi dell’Esa (l’agenzia spaziale europea), realizzare con partner pubblici e privati (locali, nazionali e internazionali) infrastrutture per la ricerca, avviare collaborazioni a sostegno dell’innovazione per i settori produttivi e coinvolgere la comunità scientifica in appositi programmi anche con finalità educative.
Inoltre l’Asi dovrà predisporre il Documento strategico di politica spaziale nazionale (Dspsn) e il piano triennale della propria attività, potrà stipulare accordi e convenzioni, nonché costituire e partire a concorsi, società e fondazioni con privati ed enti pubblici italiani e stranieri previa autorizzazione del Comitato interministeriale.