L'INTERVISTA

Aerospace Umbria, Tonti: “Nostro piano strategico sarà esempio per l’Italia”

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Il presidente del distretto che rappresenta 33 imprese e mezzo miliardo di fatturato: “Lo sviluppo viene dalla sinergia e dall’innovazione. Per questo siamo impegnati a concentrare le forze e identificare linee di azione condivise”

Pubblicato il 16 Gen 2023

Un piano strategico integrato che si pone l’obiettivo di indirizzare al meglio le scelte che riguardano il settore dell’aerospazio in Umbria, coinvolgendo tutti gli stakeholder del comparto grazie alla regia della Regione tramite l’agenzia per la promozione Sviluppumbria e degli enti regionali. A presentare l’idea in corso di realizzazione in quest’intervista a SpacEconomy360 è Daniele Tonti, presidente del distretto aerospaziale umbro, che ci tiene a sottolineare come questo progetto pilota oltre a dimostrarsi particolarmente efficace per l’Umbria, potrà diventare anche una best practice a livello nazionale, che anche gli altri cluster potranno prendere in considerazione.

Tonti, qual è la caratteristica del vostro distretto?

La principale è che non siamo baricentrati su pochi prodotti, ma spaziamo in tutti i campi dell’aerospazio. Giusto per dare l’idea ai lettori, grazie alla varietà di imprese che hanno sedi sul nostro territorio sarebbe possibile produrre un intero aeromobile, e non soltanto alcuni componenti, senza uscire dall’Umbria. In altre parole, mettendo insieme le competenze di cui disponiamo, siamo in grado di seguire il cliente in tutte le fasi di sviluppo di un progetto aerospaziale. Il nostro distretto conta su un gruppo di più di trenta imprese, per un fatturato complessivo di mezzo miliardo di euro, che spaziano dalla difesa all’aerospazio. Si tratta di quattro grandi realtà e di una serie di aziende più piccole che sono nate nel tempo intorno a queste ultime quasi per gemmazione. La storia dell’aeronautica umbra inizia attorno agli anni 20 del novecento, quando partirono gli investimenti sulle due prime grandi aziende del settore che hanno trovato casa sul nostro territorio.

Qual è oggi il vostro approccio strategico?

Come cluster abbiamo identificato il principio che lo sviluppo può venire dalla sinergia: siamo radicati in una Regione da 900mila abitanti, che dispone di un budget limitato che deve essere indirizzato con attenzione. Puntiamo sull’innovazione di prodotto e non sulla competizione nel campo dei costi, in cui ad esempio India o Cina ci schiaccerebbero. Ma per riuscirci mantenendo il massimo dell’efficacia abbiamo bisogno di concentrare tutte le nostre forze e identificare con precisione linee guida di sviluppo condivise.

Il 70% della nostra produzione è nell’export diretto o indiretto: lavoriamo già con tutti i principali player del settore, e grazie anche alla Regione ogni anno partecipiamo alle fiere internazionali, come quella di Le Bourget a Parigi e l’International Airshow di Farnborough a Londra, quest’anno uno stand di oltre 360 metri quadrati.

Come state definendo il vostro nuovo piano strategico?

Abbiamo richiesto alla Regione Umbria, che finanzia il progetto al 50%, di realizzare un piano di indirizzo strategico del cluster, che ci consenta di posizionare tutto l’ecosistema e valorizzare al meglio il territorio, rendendolo attrattivo per gli investitori. Non si tratta, in concreto, di definire soltanto la mappatura delle aziende esistenti, ma di individuare le linee guida per tutti gli stakeholder. Il piano potrà così diventare un punto di riferimento per i bandi regionali e più in generale per gli enti governativi di ogni livello, per la finanziaria regionale Sviluppumbria, per gli enti di ricerca, le università, gli Its e tutto l’ecosistema collegato all’ aerospazio.

Come si sta sviluppando in concreto questo progetto?

Insieme al Digital Innovation Hub dell’Umbria, al Politecnico di Torino, all’Università di Perugia e a Kpmg stiamo realizzando una mappatura del sistema aerospaziale umbro, attraverso un’analisi anche di tutte le realtà ad esso collegate, che risulta essere la base da cui partire insieme all’analisi del mercato globale che verrà svolta. L’integrazione delle due analisi di cui sopra genererà poi le linee guida strategiche per l’evoluzione del comparto aerospaziale umbro. Al momento non esistono altri progetti di questo genere in Italia, potremmo essere un progetto pilota a livello nazionale: l’innovazione che sta in questo piano è di non comprendere soltanto le aziende, ma tutto il sistema collegato, nel pubblico e nel privato: ci sono tutti gli elementi che possono contribuire a far crescere il territorio su un singolo verticale, in cui la Regione si propone come driver dello sviluppo del cluster umbro.

A che punto è il progetto in questo momento?

Il kick-off risale al mese scorso, dopo quasi un anno che è stato necessario per evadere la parte burocratica. Da questo mese si parte con i lavori, e a giugno dovremmo avere il piano definitivo che contiamo di presentare a Parigi-Le Bourget per il Salon International de l’Aéronautique et de l’Espace.

Come affrontate il tema della collaborazione con gli atenei e i centri di ricerca?

La collaborazione è stata molto attiva finora, e arriverà anche a migliorare con il piano strategico. Ci sono vari progetti attivi, ad esempio con alcuni Its del territorio è partito il primo corso di meccatronica dedicato alle aziende dell’aerospazio. Partecipiamo al Comitato di Indirizzo del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Perugia. Con Perugia Oma Lab aerospace management formiamo i ragazzi sui temi del nostro settore, che non è un industry standard. Con gli enti di ricerca collaboriamo per i bandi di ricerca e i progetti di finanziamento. Ma il tema della difficoltà di attrarre nuovi talenti in regione è importante, e rispecchia quello che sta avvenendo più in generale in campo nazionale e internazionale.

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