La Federal Communications Commission (Fcc) sta lavorando alla formulazione di nuove regole che riguardano l’utilizzo di standard e spettri di frequenza terrestri da parte di operatori satellitari. Detto in modo più preciso, vuol dire che l’autorità per le telecomunicazioni statunitense prenderà di petto il tema dell’utilizzo delle reti 5G Ntn (Non-Terrestrial Network) e della loro integrazione o espansione con quelle terrestri.
Indice degli argomenti
Se ne discute il 16 marzo
Lo ha annunciato la stessa Fcc il 23 febbraio scorso con una nota che l’inserimento del tema all’ordine del giorno per la riunione pubblica della commissione previsto per il prossimo 16 marzo che sarà presieduta, come da prassi, dalla presidente Jessica Rosenworcel (nella foto). In gergo tecnico si chiama Nprm o Noticed of Proposed RuleMaking ed è un processo attraverso il quale la Fcc annuncia di aver intrapreso un percorso che porterà alla formulazione di un quadro regolatorio specifico facendone precedere la delibera definitiva da un confronto con le osservazioni pubbliche.
Unificare le regole e le reti
“Rete singola futura: Copertura supplementare dallo spazio” s’intitola la voce dedicata al tema sulla nota che recita: “La Commissione considererà un avviso per la proposta di nuove regole (Nprm) con lo scopo di proporre un nuovo quadro normativo per la copertura supplementare dallo spazio. Attraverso questo quadro, gli operatori satellitari che collaborano con quelli terrestri sarebbero in grado di operare stazioni spaziali utilizzando in modo flessibile spettri di frequenze già dati in concessione per espandere la copertura degli utenti dell’operatore terrestre”.
Un business già lanciato
Il tema è della massima importanza e coinvolge non solo gli operatori delle telecomunicazioni che agiscono dalla terra e dal cielo, ma anche tutta l’industria che sta puntando in modo sempre più massiccio verso il 5G satellitare – il cosiddetto satellite-to-cell service – espandendo quello già esistente all’interno dell’atmosfera. L’obiettivo è la creazione di reti globali ibride capaci di trasformare di fatto gli smartphone e tutti i dispositivi analoghi in strumenti di comunicazione satellitari, in grado di funzionare da ogni singolo angolo del globo.
Dalla terra al cielo e viceversa
L’integrazione potrà avvenire dalla terra al cielo, ma anche seguendo il percorso contrario ovvero permettendo agli operatori che agiscono attraverso satelliti non geostazionari di saldarsi a reti terrestri sfruttando il capitolo 25 delle autorizzazione già a loro concesse dalla Fcc. “Questo quadro potrebbe abilitare innovazioni ed investimenti nelle nascenti tecnologie satellitari e terrestri interoperabili e in promettenti collaborazioni da parte degli attori industriali di più settori negli Usa per giocare un ruolo fondamentale verso altri obiettivi della commissione che vanno incontro all’interesse pubblico”.
Più integrazione e competizione
L’Fcc allude a tutti i benefici che sia l’integrazione delle tecnologie e delle reti satellitari con quelle terrestri sia l’allargamento della competizione tra i rispettivi operatori potrebbe portare al mercato e agli utenti. Tutto questo utilizzando gli standard 4G e 5G, in particolare secondo la terza versione messa recentemente a punto dalla 3Gpp e che prevede l’incorporazione del segnale diffuso dai satelliti permettendone l’integrazione con quello terrestre ed evitando le interferenze che potrebbero mettere in pericolo servizi fondamentali per l’interesse pubblico e la sicurezza come, ad esempio, la gestione del traffico aereo.