Rafforzare la collaborazione tra istituzioni, industria e mondo accademico, far evolvere l’Aeronautica Militare verso le orbite basse, autorizzare la realizzazione di droni armati e infine rafforzare la pianificazione finanziaria di lungo termine del settore Difesa portandone l’entità al 2% del bilancio come richiesto dalla Nato. Sono queste le questioni fondamentali espresse da Luca Goretti, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, in occasione dell’audizione di fronte alle commissioni Difesa di Camera e Senato.
“L’innovazione tecnologica ha espanso di almeno cinque volte il dominio aereo legandolo a quello spaziale, creando una interconnessione osmotica in termini operativi e tecnologici tra cielo e spazio. Al contempo anche la minaccia è evoluta, lambendo oggi gli strati più alti dell’atmosfera e le orbite basse intorno alla terra. Tali fenomeni non riscontrabili in altri domini rendono l’Aerospazio più complesso da gestire e difendere, imponendo alla Forza armata di intraprendere un fondamentale processo evolutivo. Dobbiamo guardare anche oltre l’atmosfera per assicurare la difesa del Paese. Bisognerà arrivare allo sviluppo di specifiche e innovative capacità aerospaziali, in stretta collaborazione con il mondo accademico e industriale, e insieme al consolidamento di specifiche competenze del personale che dovrà crescere nei numeri. È importante rafforzare la triade dello sviluppo, il rapporto imprescindibile tra istituzioni, industria e mondo accademico, in linea con la recente direttiva ministeriale per la politica industriale della difesa che tende a garantire il giusto vantaggio tecnologico al Paese e la capacità industriale di innovarlo. L’unico modo per vincere questa sfida è lavorare in sintonia rivedendo il modello collaborativo tra queste tre anime”.
Goretti ha poi parlato dei droni armati. “Io mi sono posto una domanda sull’opportunità di riavviare il processo autorizzativo volto ad armarli, in modo da dotarli finalmente di una componente di ingaggio al suolo. Questa capacità, qualora l’autorità politica ne autorizzi l’uso potrà essere impiegata per ridurre drasticamente il rischio di perdita di vite umane. Non vogliamo utilizzarli ma averli significa avere questa capacità, mentre non averli e dover essere costretti ad impiegarli significa che non è detto che li troveremo poi sul mercato”. Il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica ha poi sottolineato l’importanza di “una lungimirante attività di pianificazione finanziaria di lungo termine. Ritengo sia necessario apprezzare il percorso di crescita di investimento della Difesa, garantito dal pieno supporto del Parlamento e che ha portato all’istituzione del Fondo di investimento pluriennale per la Difesa nelle ultime due leggi di Bilancio, che auspico possa essere rifinanziato nei prossimi anni e che, assieme a una progressiva crescita del bilancio ordinario, possa consentire nel tempo di tendere al 2% richiesto dall’Alleanza atlantica”.