Il settore Difesa ha per l’Italia un bilancio ancora positivo ed è previsto ancora in crescita, ma esiste un problema di sovranità tecnologica e produttiva per le fonti di approvvigionamento delle materie prime. Lo ha dichiarato Guido Crosetto, presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), in audizione in commissione Difesa in Senato, in merito alla relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento.
Crosetto ha definito l’andamento dell’export italiano “abbastanza positivo” grazie all’eccellente livello tecnologico delle nostre aziende. “L’export resiste e ha buone prospettive – ha dichiarato il politico italiano che dal 2020 è anche presidente della Orizzonte Sistemi Navali, società partecipata al 51% da Fincantieri e al 49% da Leonardo – ma è legato alla vita dei prodotti e ai futuri investimenti che sapremo fare perché è un campo continuamente in evoluzione. Nella difesa calcolano che ogni sette anni cambiano le minacce e ogni sette anni bisogna innovare i prodotti per adeguarsi alle nuove minacce”.
Il conflitto in Ucraina sta causando un aumento degli investimenti nella Difesa in tutto il mondo “e questo porta una richiesta più diffusa da parte anche di nazioni piccole o medie, e quindi di un settore che sempre più andrà sotto stress ma sarà in fase di crescita”. Il rischio però, di carattere sia strategico sia economico, è che questa crescita del mercato sia intercettata fondamentalmente dalla Cina “perché i materiali d’arma hanno bisogno di materie prime e di una filiera produttiva che, come ci siamo accorti di avere perso nell’automotive, abbiamo perso nel campo della Difesa”. Per questo la conclusione di Crosetto è che “esiste un problema di sovranità tecnologica e produttiva nazionale che sempre più si porrà fronte di un aumento delle tecnologie e di un investimento in tecnologie del futuro”.