L’Italia avrà fondi per 4 miliardi da destinare allo Spazio per progetti di osservazione della Terra e con l’obiettivo fondamentale di mettere i dati satellitari al servizio del cittadino. È quanto emerso dopo il Summit dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) che si è tenuto a Tolosa e che ha visto anche il via libera per le nuove sei Sentinelle del programma Copernicus, gestito da Esa e Commissione Europea, nei quali avranno un ruolo di primo piano Leonardo e la partecipata Thales Alenia Space.
I 4 miliardi che il nostro paese si appresta ad investire nello Spazio vedono il contributo dei Ministeri dello Sviluppo Economico, Transizione Ecologica ed Università e Ricerca attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Di questi 900 milioni sono destinati ai satelliti, compresi quelli che faranno parte delle futura costellazione italiana per l’osservazione della Terra e che saranno concepiti per raccogliere informazioni complementari a quelle che forniranno le Sentinelle di Copernico. Dunque il programma Sentinel Expansion è confermato, così come rimangono confermati tutti i contratti già siglati, nonostante un ammanco di 750 milioni nel bilancio causato dalla mancata contribuzione da parte del Regno Unito dopo la fuoriuscita dall’Unione Europea.
L’Esa si è data una nuova data al 30 giugno 2024 entro la quale conta di poter colmare il buco per quello che sarà il più grande programma al mondo per il monitoraggio del pianeta. “Dagli incontri di Tolosa sono emersi molti segnali positivi per il settore dell’osservazione della Terra” ha detto all’Ansa Simonetta Cheli (foto), a capo del direttorato dell’Esa per l’Osservazione della Terra. “Nonostante un ammanco di 750 milioni di euro di finanziamenti da parte della Commissione Europea – ha affermato l’italiana – tutti i contratti sono confermati ed è stata fissata una nuova milestone al 30 giugno 2024. Sono molto fiduciosa – ha concluso la Cheli – perché sono già emerse varie possibilità per poter ottenere il pieno finanziamento”.
“Lo sforzo maggiore del programma italiano – ha detto Andrea Taramelli, dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e delegato nazionale del comitato Copernicus – sarà quello di trasformare questi dati ed informazioni in servizi e applicazioni per il cittadino, passare dall’innovazione tecnologica all’innovazione digitale. Ossia trasformare le tecnologie sviluppate finora in ricchezza per istituzioni, imprese e cittadini”. Investimenti in formazione e comunicazione per creare giovani ricercatori capaci di sfruttare i preziosi dati satellitari, ad esempio per il monitoraggio ambientale o l’agricoltura, per facilitare l’uso dei dati da parte delle istituzioni e per dare una spinta alla nascita di startup e progetti imprenditoriali innovativi”.
Lo Space Summit è stata anche l’occasione di confronto per decidere di imprimere un’accelerazione generale a tutte le attività che riguardano lo Spazio da parte dell’Europa seguendo tre direttrici o acceleratori fondamentali: il futuro verde, la capacità di reazione alla crisi e la protezione delle risorse spaziali. “Due su tre sono strettamente connessi ai temi della osservazione della Terra – ha sottolineato la Cheli – e fortemente positive sono state le risposte da parte dei rappresentanti politici europei”. I dati forniti dai satelliti, il cognitive cloud computing e l’interconnettività intelligente dello spazio forniranno il supporto fondamentale per dare risposta alla crisi del pianeta, proteggere le risorse spaziali, potenziare le infrastrutture energetiche e di comunicazione migliorandone anche la sicurezza. Tutto questo in linea l’iniziativa Eu Secure Connectivity e con la proposta dell’Ue sulla gestione del traffico spaziale.
Le ministre e i ministri responsabili delle attività spaziali, su proposta del presidente francese Emmanuel Macron, sono stati d’accordo nel creare un gruppo consultivo per esplorare le nuove frontiere dell’esplorazione umana, capacità sovrana essenziale di tutte le principali potenze spaziali a eccezione dell’Europa. A presiedere tale consiglio è stato dato mandato a Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa che ne riferirà i progressi in occasione del prossimo Consiglio Ministeriale dell’Esa che si terrà a novembre 2022, in vista di un summit sullo spazio previsto per il 2023.
Questa decisione, ha osservato Aschbacher, “definirà come sarà l’Europa nel decennio a venire“. Ma per raggiungere questo obiettivo “dobbiamo coinvolgere esperti ed esperte di ogni estrazione sociale e soprattutto non provenienti dall’ambito spaziale come storici, economisti, esperti di geopolitica, esploratori della Terra e filosofi per coglierne appieno tutte le implicazioni e farci aiutarci a prendere la giusta decisione. L’Europa deve affrontare problematiche sociali, economiche e di sicurezza urgenti e inedite. Collaborando assiduamente con l’Ue e le aziende private – ha osservato infine Aschbacher – l’Esa si assicurerà che l’Europa utilizzi tutto il potenziale spaziale al fine di contribuire a far fronte a queste sfide. Al contempo, l’Europa deve cogliere l’opportunità di unirsi alle più importanti nazioni interessate allo spazio attraverso lo sviluppo di una capacità sovrana di esplorazione umana e portando le ambizioni spaziali europee a un nuovo livello”.