Operazione compiuta per Virgin Orbit che, a cavallo tra il 1° e il 2 luglio scorsi ha portato a compimento la sua prima missione notturna mettendo in orbita ben sette payload per la U.S. Space Force. Per quest’ultima, la missione è denominata Stp-S28a, la società inglese l’ha ribattezzata invece con un più allegro “Straight up” dall’omonimo brano di Paula Abdul, contenuto all’interno dell’album “Forever Your Girl” della cantante americana, pubblicato nel 1988 proprio dalla Virgin.
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Virgin, la colonna sonora verso lo spazio
Decisamente più in tono con la tradizione della compagnia di sir Richard Branson e anche con il Boeing 747 Cosmic Girl che alle ore 22:50 è decollato dal Mojave Air and Space Port in California portando sotto la sua ala sinistra il LauncherOne. Il vettore è stato rilasciato sull’Oceano Pacifico, al largo di San Diego, 55 minuti dopo la mezzanotte e, dopo 45 minuti di volo inerziale, ha acceso i propri motori raggiungendo la quota di 500 km e assumendo un’orbita a 45 gradi, un’inclinazione mai raggiunta da un sistema lanciato dalla costa occidentale degli Usa.
Sette payload, due per scopi militari
I sette payload hanno carattere scientifico e tecnologico e sono:
Compact Total Irradiance Monitor (CTIM), cubesat 6U della Nasa e sviluppato dalla University of Colorado Boulder, in grado di misurare le radiazioni solari che raggiungono la Terra con la stessa precisione di una navicella molto più grande;
GPX2, cubesat 3U sviluppato dalla Nasa per testare l’utilizzo di componenti commerciali per la navigazione di precisione con il sistema Gps da utilizzare per future operazioni nello spazio. Questo satellite è stato rilasciato con un gradiente di gravità pari a 2 metri grazie al quale si autostabilizzerà in orbita;
Gunsmoke-L è un sistema composto da due cubesat 6U costruiti dalla Dynetics per la U.S. Army Space and Missile Defense Command. Serviranno, secondo la scarna descrizione fornita come “veicoli spaziali di supporto tattico” che forniranno “un aiuto in tutte le fasi di operazioni congiunte”;
Modular Intelligence, Surveillance and Reconnaissance B (MISR-B), più cubesat (numero imprecisato) per un’agenzia che non è stata resa nota. Anche in questo caso potrebbe trattarsi di materiale militare del quale viene mantenuto riservato persino l’utilizzo;
Nanosat Atmospheric Chemistry Hyperspectral Observation System (Nachos) 2, un cubesat 3U della Nasa per segnalare tracce di gas come diossido di zolfo nell’atmosfera terreste. Andrà a fare compagnia al gemello Nachos-1, lanciato dalla navicella cargo Cygnus il 28 giugno partita dalla Stazione Spaziale Internazionale;
Recurve, cubesat sviluppato dalla Air Force Research Laboratory che svilupperà una tecnologia di radio trasmissione all’interno di una rete a maglia (mesh network);
Slingshot 1, cubesat 12U costruito dalla Aerospace Corporation utilizzando una piattaforma della Blue Canyon Technologies che trasporta 19 dimostratori tecnologici tra cui un modulo di interfaccia plug-and-play.
Con un giorno di ritardo
Straight Up sarebbe dovuta partire il 30 giugno, ma a mezz’ora dal decollo, la temperatura del propellente ha superato la fascia di sicurezza ritardando la missione di un giorno. Il contratto che lega la Usaff a Virgin, siglato nel 2020, prevede in tutto tre missioni. Il lancio è il quinto orbitale di Virgin Orbit, il quarto consecutivo riuscito e il secondo del 2022 dopo quello effettuato a gennaio portando a 33 il numero totale dei satelliti condotti in orbita. Il terzo lancio, previsto per settembre, avverrà dal Cornwall Spaceport e sarà il primo lancio orbitale della storia a partire dal Regno Unito.
I risultati cominciano ad arrivare per Virgin
“Il razzo LauncherOne e il team della Virgin Orbit mi hanno reso immensamente orgoglioso della missione Straight Up. C’è così tanto beneficio potenziale per tutti dallo spazio se solo lo gestiamo bene tutti insieme. È per noi un immenso piacere avere l’opportunità di lavorare con il governo degli Stati Uniti nell’aiutarli a rendere lo spazio un ambiente sicuro e fruttuoso per tutti” ha dichiarato Richard Branson. Soddisfazione legittima anche da parte di Dan Hart. “Siamo onorati di dare il nostro supporto e i nostri servizi alla US Space Force e al Dipartimento della Difesa in questa congiuntura critica per la nostra sicurezza spaziale, della nostra nazione e del mondo. Il team di Virgin Orbit, con il suo incredibile talento, e il nostro sistema Launcher One – ha concluso il ceo della società britannica – continuano a dimostrare continuità e successo per i nostri clienti e oggi è arrivata una conferma ulteriore”.