“DanteSat”, “Futura-Sm1” e “Futura-Sm3” sono i tre nanosatelliti italiani in orbita e operativi. La serie di lanci spaziali di Spacemind, divisione spazio della società Npc di Imola (Bologna), è dunque avvenuta con successo.
I loro lanci hanno anche consentito di validare il funzionamento del nuovo deployer per cubesat “SmPod”, di alcune apparecchiature di bordo e di una versione più grande della vela spaziale “Artica”, utilizzata per consentire il rientro nell’atmosfera di piccoli satelliti al termine della loro vita operativa.
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Un successo per l’azienda italiana
“Siamo davvero entusiasti dei primi risultati di queste nuove missioni in orbita, che consentono di confermare la nostra azienda come un fornitore di servizi chiavi-in-mano per la produzione, il lancio e il rientro di cubesat per progetti di tipo commerciale o scientifico”, afferma Nicolò Benini, marketing manager di Npc Spacemind: “Anche grazie al successo di questi ultimi lanci, abbiamo consolidato i contatti con importanti clienti italiani ed esteri, che consentiranno ai nostri sistemi di tornare presto nello Spazio”.
Il satellite dedicato a Dante
ll “DanteSat” è un cubesat nella versione “3U” e ha la forma di un piccolo parallelepipedo (con base quadrata di 10 cm di lato e altezza di 30 cm). Si tratta di un originale progetto promosso da Human Space Services per la casa editrice bolognese Scripta Maneant per celebrare il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri: sulla sua struttura metallica è infatti inciso un verso della “Divina Commedia”, mentre la radio di bordo trasmette a Terra i primi versi dell’opera. A novembre, il satellite è stato trasportato sulla Stazione Spaziale Internazionale da una capsula “Dragon”, lanciata con un vettore “Falcon 9” di SpaceX. “DanteSat” è stato quindi rilasciato in orbita a fine dicembre tramite il deployer esterno di Nanoracks Europe. Successivamente, ha aperto la vela “Artica” e presto brucerà al rientro nell’atmosfera terrestre.
Satelliti dotati di vela spaziale
I due “Futura” sono stati lanciati invece ai primi di gennaio sempre con un vettore “Falcon 9”. Dopo il lancio, i cubesat sono stati trasferiti nell’orbita prevista da una piattaforma autonoma “Ion Satellite Carrier”, prodotta dall’azienda di logistica spaziale D-Orbit, e infine rilasciati nello spazio tramite il nuovo deployer “SmPod” di Spacemind.
Il “Futura Sm-1” è un cubesat nella versione “3U” e ha lo scopo di testare nuove apparecchiature di bordo (sistema di produzione di energia, antenne dispiegabili, vela spaziale e computer di bordo Obc sviluppato dal partner Apogeo Space).
Il “Futura Sm-3” è invece un cubesat nella versione “6U” (pari a due “3U” affiancati) ed è dotato di una nuova vela spaziale “Artica” di maggiori dimensioni per il deorbiting del satellite alla fine della missione.
Raggiunti tutti gli obiettivi
“Tutti i sistemi a bordo dei nostri tre cubesat funzionano perfettamente e stiamo ricevendo i loro segnali e i dati telemetrici – spiega Benini -. Anche il nostro deployer ‘SMPod’ ha effettuato il rilascio in orbita dei due Futura in modo nominale raggiungendo il 100% degli obbiettivi di missione. Grazie a questi eccellenti risultati, siamo pronti ad offrire servizi affidabili ed innovativi sul mercato mondiale dei nanosatelliti che è in notevole espansione”.