LA MISSIONE

Satelliti, Nuses osserverà in orbita le particelle elementari dello spazio

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Si conclude al Gran Sasso Science Institute de l’Aquila la riunione per gli ultimi dettagli tecnici del mezzo che sarà dotato di Terzina e Zirè, due telescopi ottici di nuova generazione. Sarà realizzato entro la metà del 2023 con Thales Alenia Space e l’Infn

Pubblicato il 01 Giu 2022

Nicola Desiderio

Collemaggio

Come sarà il satellite Nuses lo decideranno entro oggi oltre 70 tra ricercatori e ingegneri accorsi da diversi Paesi al Gran Sasso Science Institute de l’Aquila dove sono al lavoro dal 30 maggio per definire le tecnologie che, installate sul nuovo satellite, permetteranno di osservare le particelle elementari dello spazio.

Nimbus, punto di partenza

Il progetto, finanziato dal Governo italiano e dal Ministero per lo Sviluppo Economico, promosso dal Gssi insieme a Thales Alenia Space e all’Istituto di Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), è già definito e prevede di utilizzare la piattaforma modulare Nimbus (New Italian Micro Bus) installandovi sopra due strumenti scientifici che sono stati già battezzati “Terzina” e “Zirè”, quest’ultimo ripreso da un gioco di piazza tradizionale aquilano.

Terzina per neutrini e raggi ad alta energia

Terzina è un telescopio ottico di nuova concezione per rivelare la presenza di neutrini e raggi cosmici ad alta energia sfruttando l’emissione Cherenkov (radiazioni visibile-ultravioletta) che si produce, attraverso deboli lampi di luce, dall’interazione di particelle di alta energia con l’atmosfera terrestre. Per riuscirci, utilizzerà sensori Silicon Photo Multiplier (SiPM) che saranno presenti anche sull’altro strumento. Zirè però sarà dedicato a misurare particelle a bassa energia che arrivano attraverso i flussi cosmici di elettroni, protoni e nuclei atomici.

Zirè, caccia all’alta energia per prevedere i sismi

Tali particelle sono importanti sia per la caratterizzazione dell’ambiente spaziale sia per studiare le loro possibili correlazioni con gli eventi sismici a terra poiché, secondo alcuni studi, sarebbero indicatori dell’imminenza di un terremoto con un anticipo di circa 6 ore. Zirè sarà anche capace di osservare i raggi gamma e X, prodotti da strutture astrofisiche galattiche ed extragalattiche, e la caratterizzazione di fenomeni atmosferici violenti.

Nuses pronto per la metà del 2023

Il Nunes sarà pronto entro la metà del 2023 e, vista la presenza di Thales Alenia Space a l’Aquila e l’annunciata collaborazione con altre aziende sul territorio, è assai probabile che sarà realizzato proprio nel capoluogo abruzzese. Nessuna notizia invece sul vettore e sulla data di lancio che porterà il satellite ad un’orbita bassa posta a circa 600 km di altitudine. Tre le stazioni che saranno in contatto per un tempo complessivo di 9 ore e mezzo al giorno con Nuses: Fucino, isole Svalbard e Kiruna, in Svezia. I dati scaricati giornalmente saranno di 7,25 Gbyte.

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