ESPERIMENTI IN ORBITA

Samantha Cristoforetti svela i piani Lidal, Nutriss e Acoustic Diagnostics

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In qualità di mission specialist per la missione Minerva, l’astronauta italiana sta portando avanti per l’Asi tre esperimenti sulla Stazione spaziale internazionale

Pubblicato il 09 Giu 2022

Nicola Desiderio

Sulla Stazione Spaziale Internazionale proseguono gli esperimenti selezionati dall’Agenzia Spaziale Italiana per la missione Minerva e che sono seguiti direttamente da Samantha Cristoforetti nella sua qualità di mission specialist.

Lidal, per migliorare Altea

Tre sono gli esperimenti che l’astronauta italiana dell’Esa in questi giorni sta seguendo da vicino nel corso della missione partita il 29 aprile scorso. Il primo e più importante riguarda Lidal (Light Ion Detector for Altea), un rilevatore di particelle che ha l’obiettivo di migliorare le prestazioni e le caratteristiche tecniche di Altea (Anomalous Long Term Effects on Astronauts), uno strumento che si trova sulla Iss dal 2006 e che ha lo scopo di determinare il tipo di radiazione ambientale presente sulla stazione per conoscerne gli effetti e i rischi. Dotato di un sensore al silicio, Altea determina in tempo reale, attraverso il passaggio degli ioni, lo spettro radioattivo presente nella Iss studiando l’interazione tra la radiazione cosmica e il sistema nervoso centrale e su come essi influenzino le funzioni cerebrali.

Gli effetti dei raggi cosmici sul sistema nervoso centrale

Il Lidal permette di rilevare direttamente la velocità di ogni particella misurandone l’energia cinetica. Per permettergli di acquisire questi dati, la Cristoforetti ha posizionato il Lidal all’interno del laboratorio Columbus della Iss in modo da acquisire i flussi di radiazioni che attraversano la Iss lungo la direzione che collega la stazione con il centro della Terra. Il Lidal è stato progettato e sviluppato dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata e le operazioni in orbita sono seguite da Telespazio e Argotec, che supportano l’Asi per le attività scientifiche sulla Iss, e da Kayser Italia oltre che dallo stesso team dell’ateneo capitolino.

NutrISS, per misurare il metabolismo muscolare

Anche nel caso di NutrISS, si tratta un esperimento già presente sulla Iss dal 2019. Ideato dall’Università di Trieste, ha l’obiettivo di misurare il rapporto tra massa magra e massa grassa all’interno dei muscoli degli astronauti monitorando il loro metabolismo quando si trova in un ambiente caratterizzato da microgravità. NutrISS in passato ha monitorato l’attività metabolica degli astronauti Luca Parmitano e del tedesco Matthias Maurer. Facendo lo stesso con la Cristoforetti, si acquisiscono per la prima volta dati sul corpo femminile con l’obiettivo di mettere a punto, insieme all’Asi e all’Esa, piano nutrizionali più mirati. I risultati saranno applicati anche in ambito clinico per la cura di pazienti anziani, malnutriti e/o obesi immobilizzati.

Acoustic Diagnostics, proteggere l’udito in orbita

Anche il terzo esperimento portato avanti in questi giorni, Acoustic Diagnostics, è già in atto sulla Iss ed è stato ideato dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata. Nel 2020 ci aveva pensato Luca Parmitano a condurlo, anche con l’aiuto dell’americano Andrew Morgan, con l’obiettivo di valutare gli eventuali danni sull’apparato uditivo degli astronauti creati dalla microgravità e dal rumore di fondo avvertibile a bordo della stazione. L’esperimento è condotto con il supporto di Altec, Campus Biomedico, Università la Sapienza, Inail e Cnr. I risultati di Acoustic Diagnostics permetteranno di prendere eventuali contromisure per le missioni future di lunga durata.

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