La Nasa ha ordinato a SpaceX altre tre missioni commerciali con la navicella Crew Dragon per la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) che estendono il contratto già esistente (Commercial Crew Trasportation Capability o CctCap) stipulato nel 2014 e che prevedeva inizialmente sei missioni. L’ampliamento dell’intesa costerà all’ente statale statunitense 776 milioni di dollari portando a 3,49 miliardi di dollari l’entità monetaria complessiva della fornitura.
Il contratto prevede che SpaceX fornisca “operazioni di terra, lancio, orbitali, di ritorno e di recupero, nonché trasporto per ogni missione, così come una navicella di salvataggio mentre è attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale” secondo quanto dichiarato dal portavoce della Nasa, Josh Finch. Per questo servizio la Nasa si serve attualmente anche della Roscomos in attesa della Boeing con i suoi Starliner. Per i Soyuz russi è prevedibile una loro dismissione, dovuta al precipitare della situazione geopolitica, anche se i vertici dell’ente americano hanno fatto sapere che, per il momento, le attività congiunte con l’ente russo per il volo umano nello spazio continueranno.
Per gli Starliner pesa un ritardo nel loro sviluppo. La navicella della Boeing sarebbe dovuta essere pronta per il lancio previsto a maggio del 2022, ma già qualche mese addietro era chiaro che a Cape Canaveral sarebbero rimasti scoperti, così già lo scorso 3 dicembre c’era stato l’annuncio che CctCap con SpaceX sarebbe stato esteso con altre tre missioni. Al momento non si sa quale sia la nuova data per portare all’operatività i nuovi Starliner, l’unica notizia è stata fornita dalla Nasa secondo la quale a maggio potrebbe esserci il secondo test senza equipaggio. Tale ritardo però potrebbe essere fatale per Starliner, visti i costi altamente competitivi di SpaceX.
Facendo infatti i conti e considerando che ogni volo trasporterà quattro astronauti per volta, viene fuori che ogni sedile (per-seat cost) costa 64,7 milioni di dollari. La Nasa non ha mai dato una quotazione specifica, ma l’Office of Inspector General (Oig, l’ufficio che controlla e verifica i costi dell’ente) ha stimato in 86 milioni il costo per sedile praticato dalla Roscomos e di 90 milioni quello del Cst-100 Starliner di Boeing. Il precedente contratto prevedeva un costo di 55 milioni di dollari, dunque i quasi 10 milioni in più (+17,6%). SpaceX ha già effettuato tre dei sei voli previsti dal primo contratto, il quarto è previsto per il 15 aprile, il quinto per l’autunno mentre l’ultimo dipende dal processo di sviluppo dello Starliner. L’ipotesi è che avvenga nella primavera del 2023.