La navicella Orion della Nasa, con tre manichini a bordo, è rientrata dalla sua missione intorno alla Luna. Con l’ammaraggio della capsula nell’Oceano Pacifico l’11 dicembre, al largo dello stato messicano della Bassa California, dopo un volo di prova di poco più di 25 giorni, la missione Artemis 1 si è conclusa positivamente.
Ma questo successo segna la prima tappa del programma dell’Agenzia spaziale americana per il ritorno degli astronauti sulla Luna a 50 anni esatti dall’ultima volta che un uomo mise piede sul suolo lunare, con la missione Apollo 17 del 1972.
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Artemis 1, volo di prova
Il volo di Artemis 1 è stato un test cruciale. È infatti la prima tappa di un ambizioso programma in più fasi a cominciare dalla seconda missione già ribattezzata Artemis 2: prevista per il 2024, sarà un volo con equipaggio che orbiterà intorno alla Luna senza atterrare sulla superficie (come l’Apollo 8). Poi seguirà Artemis 3 nel 2025 (o forse nel 2026), con l’atterraggio degli astronauti sulla Luna.
La nuova corsa verso la Luna
La nuova corsa alla Luna è, dunque, ufficialmente aperta. Non a caso, l’amministratore capo della Nasa, Bill Nelson, ha parlato di “generazione Artemis”, anche se stavolta è molto diverso rispetto ai tempi del programma Apollo: agenzie spaziali governative e privati sono pronti a collaborare o a muoversi autonomamente.
Un viaggio lungo 26 giorni
Lanciata il 16 novembre con il più grande razzo mai costruito, lo Space Launch System (Sls) della Nasa, la capsula Orion ha viaggiato attorno alla Luna per quasi 26 giorni e percorrendo oltre due milioni di chilometri e passando a una distanza di 130 chilometri dalla superficie lunare. “Ha fatto un ottimo lavoro, tutto ha funzionato bene”, ha detto ancora Nelson.
Successo per il Moduto di servizio europeo
Missione compiuta anche per il Modulo di servizio costruito dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) con un’importante partecipazione dell’Italia, sia con l’Agenzia spaziale italiana che con le industrie di casa nostra.
“L’Esa è un partner forte per la Nasa, che si è affidata al Modulo di servizio europeo per rimandare gli astronauti sulla Luna”, ha twittato il direttore generale dell’Esa, Josef Aschbacher.
“Il Modulo di servizio europeo si è comportato magnificamente”, ha affermato Philippe Deloo, responsabile della missione dell’Esa: “L’obiettivo della prima missione Artemis era testare i limiti del veicolo spaziale e metterlo alla prova”.
Positivi i test effettuati
Artemis 1 è stata una missione apripista, banco di prova di tutte le tecnologie necessarie a garantire la sicurezza dei futuri voli degli astronauti. Tutti i test sono andati bene, ha spiegato la Nasa, e con risultati al di sopra delle aspettative, anche se non sono terminati: adesso cominceranno i controlli sullo scudo termico che ha dovuto sopportare le altissime temperature durante il rientro nell’atmosfera.