È pronto a entrare in all’azione “l’occhio” della sonda Juice (Jupiter Icy Moon Explorer) dell’Agenzia spaziale europea (Esa) in viaggio verso Giove: lo strumento chiamato Majis, costruito da un consorzio franco-italiano, ha infatti completato i test in volo e si appresta a studiare nubi e aurore del pianeta, così come la composizione superficiale delle sue tre lune ghiacciate (Ganimede, Callisto ed Europa).
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Grande ruolo dell’Italia
La realizzazione di Majis ((Moons and Jupiter Imaging Spectrometer), che lavora nel visibile e nel vicino infrarosso (0.5-5.5 m), è stata guidata dall’Istituto di astrofisica spaziale (Ias) di Orsay e finanziata dal Centro nazionale francese per gli studi spaziali (Cnes) e dall’Agenzia spaziale italiana (Asi). L’Istituto nazionale di astrofisica ha coordinato la proposta originale dello strumento e la messa a punto delle componenti italiane, realizzate da Leonardo. Lo spettrometro Majis conferma la grande e consolidata capacità italiana in questo ambito, sia per la parte ingegneristica che per la parte scientifica.
Inaf e Leonardo in campo
“La scorsa settimana, lo specchio di scansione e l’otturatore sono stati attivati e azionati”, dice Giuseppe Piccioni, co-responsabile dello strumento per l’Inaf. Il nostro Istituto nazionale di astrofisica ha coordinato la proposta originale dello strumento, selezionata dall’Esa a febbraio 2013, e ha poi seguito lo sviluppo del sostanziale contributo hardware italiano che riguarda la testa ottica costituita da telescopio e spettrometro, costruiti da Leonardo (a Campi Bisenzio, Firenze), e la valutazione delle performance attese.
“Sono state poi eseguite osservazioni delle sue lampade di calibrazione interne, confermando le eccellenti prestazioni dello strumento. Majis è quindi pronto per compiere la sua missione – aggiunge Piccioni -, ovvero studiare la composizione della superficie e l’esosfera delle lune ghiacciate e caratterizzare la composizione e la dinamica dell’atmosfera di Giove”.
Lo studio delle tre lune
Tra gli obiettivi di Majis rivestono la massima importanza la determinazione e mappatura della composizione superficiale delle lune Ganimede, Callisto ed Europa, con particolare enfasi sui composti diversi dal ghiaccio d’acqua già noti da precedenti osservazioni o previsti dai modelli, come sali minerali idrati, volatili e composti organici, e la mappatura composizionale dell’atmosfera di Giove, inclusa la densità delle nubi e la morfologia delle aurore.
Il ritorno scientifico
In questo modo, lo strumento svilupperà ulteriormente le competenze maturate con Jiram, il dispositivo che si trova già attorno a Giove, a bordo della sonda Juno della Nasa.
“Il completamento dei primi test in volo è un passo importantissimo, che instilla grande ottimismo per il prosieguo della missione Juice”, commenta Raffaele Mugnuolo, responsabile per l’Unità di esplorazioni, infrastrutture e satelliti dell’Asi: “Si tratta di uno strumento complicatissimo che ripagherà in termini di ritorno scientifico senza precedenti”.