Il modulo pressurizzato abitativo Mph offrirà riparo agli astronauti durante la loro permanenza al polo sud lunare, fornendo un habitat sicuro e confortevole dove effettuare esperimenti scientifici e testare le tecnologie chiave per abilitare gli ambiziosi futuri scenari di esplorazione di Marte.
Ma per poter vivere sulla Luna occorre anche sviluppare sistemi e contromisure a salvaguardia della salute psico-fisica e della performance degli astronauti. La gravità ridotta (pari a circa un sesto di quella terrestre) e le radiazioni cosmiche possono avere impatti diretti o indiretti sulla fisiopatologia umana e sul sistema immunitario. Vivere in una comunità confinata ed isolata in condizioni di stress aumenta inevitabilmente la probabilità di sviluppare disturbi cognitivi e comportamentali, disturbi del sonno, depressione, affaticamento, noia. Infine, la distanza da Terra limita il rifornimento di risorse e medicinali e richiede lo sviluppo di tecnologie innovative che consentano agli astronauti di vivere in modo autosufficiente.
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Il bando Asi
Pensando anche alle sfide da affrontare per il ritorno dell’uomo sulla Luna, l’Asi ha recentemente emesso un bando di Biomedicina Spaziale finalizzato allo studio e sviluppo di contromisure per preservare la salute psicofisica dell’astronauta, e alla realizzazione di sistemi innovativi per il monitoraggio della salute psicofisica dell’uomo, che siano in grado di supportare l’autonomia nella diagnosi e il decision-making quando non è disponibile il supporto da Terra, e di correlare stati psicologici e alterazioni immunitarie/fisiologiche per la diagnosi precoce di stati psicopatologici dell’equipaggio.
Da circa un anno, l’Asi ha avviato quattro progetti volti ad una maggior sostenibilità degli insediamenti sulla Luna, attraverso lo sviluppo di sistemi biorigenerativi in grado di consentire, tra le altre cose, la produzione in situ di alimenti e il recupero e riciclo dei rifiuti.
I progetti
Il progetto Beatrice (Università Sapienza di Roma) è finalizzato allo studio e alla prototipazione di un sistema biorigenerativo in grado di produrre energia elettrica e vegetali edibili a partire dagli scarti degli astronauti (acque reflue e urina). Il sistema si basa sull’implementazione di celle a combustibile microbico, sistemi di coltivazione modulare e autonoma e metodologie di sfruttamento delle risorse in situ quali la regolite lunare.
Il progetto Regolife (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), mira a sviluppare una tecnologia innovativa per rendere la regolite lunare simile ad un suolo terrestre e adatta alla coltivazione e alla produzione alimentare. L’obiettivo è modificare le proprietà della regolite lunare attraverso la colonizzazione di piante e lombrichi e il modellamento dell’interazione pianta-microbiota, in ottica di implementazione di un sistema di economia circolare per la futura agricoltura lunare.
Il progetto BioMoon (Veritas) propone lo sviluppo di una bioraffineria di terza generazione in grado di produrre alimenti, energia e composti chimici da fonti rinnovabili e substrati organici quali anidride carbonica o rifiuti, utilizzando processi tecnologici e biotecnologici integrati e sostenibili.
Il progetto Bioluna (Tasi) ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema biorigenerativo che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale in grado di ottimizzare i flussi di massa ed energia all’interno del sistema, che sono alla base della performance del sistema stesso.
Approfondire le nostre conoscenze su queste tematiche, sviluppare sistemi che garantiscano l’autonomia dell’equipaggio a grande distanza dalla Terra e la messa a punto di strategie di
prevenzione o contromisure adeguate rappresentano delle tappe obbligate nel percorso che porterà in un futuro l’uomo a vivere al di fuori del nostro pianeta, sulla Luna e, successivamente su Marte.
I problemi da risolvere per realizzare un avamposto permanente abitabile dall’uomo sulla Luna sono ancora molti, ma è di fondamentale importanza mettere a fattor comune le conoscenze via via acquisite nei vari settori, in modo da creare le condizioni necessarie per permettere all’uomo di sopravvivere adattandosi all’ambiente ostile della Luna. Solo in questo modo si potrà provare a vincere una delle più ambiziose sfide dell’esplorazione spaziale.