IL RITORNO SULLA LUNA

Artemis 1, a fine mese test Airbus-Esa per verifiche su scudo termico

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Il materiale della capsula Orion ha reagito in modo diverso da quello che gli ingegneri si aspettavano in base alle simulazioni computerizzate. È quanto emerso da un briefing della Nasa sui dati della missione

Pubblicato il 08 Mar 2023

The Orion crew module pressure vessel for the Artemis III mission—the first vehicle under the Lockheed Martin OPOC contract—is undergoing assembly at NASA’s Kennedy Space Center.

L’analisi dei dati della missione Artemis 1 non dovrebbe ritardare il lancio di Artemis 2 con a bordo un equipaggio e prevista per la fine del prossimo anno. Ma in un breafing della Nasa è emerso un problema: lo scudo termico della navicella Orion, che ospiterà gli astronauti per il ritorno sulla Luna, ha avuto “un comportamento differente e reazioni diverse” rispetto ai test effettuati a terra e ai modelli elaboratori al computer, ha detto Howard Hu, responsabile del programma Orion dell’Agenzia spaziale americana. 

Comportamento anomalo

“Si è liberato molto più materiale carbonizzato durante il rientro di Artemis 1 di quanto ci aspettassimo”, ha aggiunto Hu. Gli ingegneri, intanto, appena iniziando un’analisi dettagliata dello scudo termico per capire le sue prestazioni sia state differenti rispetto a quanto previsto. Anche se ha garantito che non ci sarebbe alcun problema di sicurezza per la tenuta della capsula.

Il test di Esa e Airbus

L’Agenzia spaziale europea (Esa) e Airbus, l’appaltatore principale del modulo di servizio, stanno pianificando un test alla fine di marzo per capire meglio e verificare che cosa abbia provocato una reazione non programmata dello scudo termico. Forse potrebbe essere stata un’interferenza elettromagnetica.

Sistema di alimentazione nel mirino

Hu ha anche affermato che l’analisi sta continuando anche su un problema con il sistema di alimentazione sul modulo di servizio di Orion, chiamato limitatore di corrente di blocco, il quale si è aperto, senza ricevere alcun comando ad hoc, due dozzine di volte durante l’Artemis 1. Il controller ha chiuso i limitatori senza alcun impatto negativo sul sistema di alimentazione del veicolo spaziale. Ma è un problema che da studiato. Non è escluso che un aggiornamento del software possa risolvere il problema.

Analisi anche sul razzo Sls

Gli ingegneri dei sistemi di terra stanno riparando i danni al razzo Sls (Space Launch System). “Ci sono alcune parti che hanno ricevuto più danni di quanto ci aspettassimo”, ha detto Shawn Quinn, che è succeduto a Mike Bolger come manager del programma Exploration Ground Systems dopo la missione Artemis 1.

Tali danni includono anche le linee pneumatiche corrose dai residui dei propulsori a propellente solido, poiché un intoppo al sistema di azoto gassoso ha ritardato la fornitura di acqua destinata a lavare via quel residuo.

Nessun rinvio per Artemis 2

Queste verifiche sui dati della missione Artemis 1 è improbabile che cambino il lancio pianificato di Artemis 2, attualmente previsto per la fine di novembre 2024.

“Non credo che rendano necessario spostarlo”, ha detto Jim Free, amministratore associato della Nasa per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione del programma Artemis 2.

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