Il primo spazzino dello spazio si chiamerà Elsa-M e lo realizzerà la britannica Astroscale in collaborazione con Esa, all’interno del programma Sunrise, e con OneWeb per assicurare la sostenibilità dello spazio, in particolare dell’orbita bassa, al fine di permetterne l’utilizzo a tutti gli operatori governativi e commerciali.
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Da Elsa-d a Elsa-M
Dopo la prima dimostrazione avvenuta con il prototipo dimostrativo Elsa-d lo scorso 25 gennaio – in verità non completamente riuscita – la costruzione di Elsa-M inizierà a breve e sarà il primo manutentore in grado, con una sola missione, di raccogliere nello spazio i satelliti per telecomunicazioni che si stanno moltiplicando nel nostro cielo a ritmi vertiginosi. La corsa a fornire connettività a banda larga attraverso grandi costellazioni di satelliti ha già portato nelle orbite basse oltre 3mila satelliti. La stessa OneWeb ne ha inviati 428 su un totale di 648 entro l’anno mentre la rete Starlink di SpaceX ne conta già oltre 2.500 e ne prevede circa 12mila a regime con la prospettiva di arrivare a 32mila. In procinto di partire ci sono anche Kuiper di Blue Origin con 3.236 satelliti e altri progetti che affolleranno ulteriormente gli strati immediatamente superiori all’atmosfera.
Un gancio nello spazio
Si pone dunque un problema di affollamento e sostenibilità di fronte a questa forma di inquinamento che mette seriamente a rischio tutte le altre missioni spaziali, siano esse automatizzate o umane. I satelliti utilizzati per le telecomunicazioni a banda larga sono già dotati di sistemi di space situational awareness e di sistemi di propulsione che ne permettono il deorbitaggio sia alla fine del servizio utile sia in caso di guasto, ma questo non è sufficiente. Occorre prevedere anche un sistema di intervento diretto. A questo scopo, i satelliti di OneWeb sono dotati anche di gancio e attacco magnetico che permetterà loro di essere catturati da Elsa-M per essere spostati dalla bassa orbita e liberare spazio utile in orbita.
Dimostrazione per la fine del 2024
La prima dimostrazione completa avverrà entro la fine del 2024 e al progetto partecipano anche l’agenzia spaziale britannica, il governo di Londra e alcune start-up come SatixFy e Celestia e la University of Surrey. L’obiettivo è fornire entro il 2030 un servizio commerciale, simile a quello dell’assistenza stradale, capace di recuperare più satelliti non più operativi o guasti con una sola missione, come potrebbe fare una bisarca con più mezzi. Il sistema di Elsa-M prevede il prelievo dei rottami e il loro rilascio ad una quota inferiore in modo che si disintegrino rientrando in atmosfera. Tale tecnologia, ulteriormente sviluppata, potrebbe poi servire per ogni tipo di satellite e di detrito spaziale le cui dimensioni variano enormemente.
La strategia del Regno Unito
“Con migliaia di satelliti già in orbita – ha dichiarato il ministro britannico della Scienza, George Freeman – migliaia che saranno lanciati ogni anno, indirizzare la tematica dei detriti spaziali e del trovare nuovi modi per rimuovere navicelle defunte o altro tipo di spazzatura spaziale ha un’importanza sempre maggiore sia per ridurre i costi derivanti dai danni causati dai detriti per gli operatori sia per assicurare che lo spazio sia sicuro e sostenibile. Ecco perché il governo ha fatto della sostenibilità dello spazio un tema chiave della sua National Space Strategy”. L’obiettivo dunque è quello di sostenere l’industria britannica sostenendo un’altra azienda britannica e creando un’opportunità di business che avrà una rilevanza globale.
Il ruolo dell’Esa in Elsa-M
“È vitale assicurare l’utilizzo responsabile dello spazio per proteggere il mondo interconesso perché la nostra economia digitale e la nostra società si basano sulla capacità di comunicare. Sono orgogliosa del percorso e dei risultati di Esa nel favorire l’innovazione dell’industria spaziale in Europa, portando a compimento nuovi modi per assicurare l’utilizzo sostenibile dello spazio e il ruolo dell’Esa nella partecipazione a progetti nel ruolo di investitore, operatore e attore industriale” ha dichiarato Elodie Viau, Director of Telecommunications and Integrated Applications di Esa.