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Amazon Kuiper, disco verde per la messa in orbita di 3.200 satelliti

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La Federal Communication Commission approva il piano destinato all’orbita Leo che punta a potenziale la connettività a banda ultralarga. Ma l’azienda dovrà fornire report semestrali per dettagliare le manovre atte a evitare collisioni e a mitigare il rischio detriti

Pubblicato il 10 Feb 2023

Nicola Desiderio

Amazon Kuiper

Amazon ha avuto il via libera definitivo dalla Federal Communications Commission (Fcc) per lanciare i 3.236 satelliti in bassa orbita della sua costellazione Kuiper, con la quale fornirà servizi Internet a banda larga, ma dovrà fornire rapporti semestrali sulle manovre di evitamento compiute, se ha perso il controllo di qualcuno dei satelliti in orbita e altre informazioni che riguardano i detriti e la sicurezza.

Permessi ora completi

L’azienda di Jeff Bezos ha ottenuto dunque il completamento dei permessi a dispiegare Kuiper, già ottenuti dall’Fcc nel 2020, ma la cui concessione definitiva era soggetta alla presentazione di un piano dettagliato per la mitigazione dei detriti, aspetto sempre più sentito da istituzioni e anche da parte delle stesse aziende che intendono dispiegare sistemi satellitari in orbita facendo i conti con uno spazio sempre più affollato di oggetti e frammenti di varia grandezza che viaggiano ad altissime velocità.

Deorbitamento entro 7 anni

Il documento diramato dall’Fcc lo scorso 8 febbraio afferma che Kuiper si impegna a far deorbitare in modo sicuro i suoi satelliti entro 7 anni calcolando che il loro ciclo operativo previsto è di 5 anni. Il piano prevede che i satelliti in dismissione si posizionino ad un’altitudine di 350 km, dunque al di sotto della quota minima della Stazione Spaziale Internazionale pari a 400 km, dove la resistenza dell’atmosfera dovrebbe disintegrarli. I satelliti dovranno mantenere anche in questa fase una quantità di carburante sufficiente per le manovre.

Massima attenzione per le stazioni

L’Fcc raccomanda Amazon affinché Kuiper tenga conto anche delle esigenze della stazione spaziale cinese Tiangong e “qualsiasi stazione spaziale abitata in orbita”. Tra gli obblighi della costellazione di Jeff Bezos c’è anche quello di fornire nel rapporto semestrale le misure per evitare interferenze all’attività di osservazione astronomica e le finestre di lancio e rientro in modo che gli altri operatori possano avere dati sufficienti in ogni momento per programmare la loro attività.

Tre gusci e 92 lanci

Kuiper prevede di dispiegare la propria costellazione su tre gusci orbitali (590 km, 610 km e 630 km) in bassa orbita attraverso 92 lanci che sono stati già programmati con tre operatori diversi: Ariane Space, United Launch Alliance (Ula) e la stessa Blue Origin, anch’essa di proprietà dello stesso Jeff Bezos. Nel corso del 2023 saranno lanciate le prime due unità sperimentali Kuipersat-1 e Kuipersat-2 con un vettore Vulcan Vc2s Centaur di Ula. Amazon dovrà dispiegare almeno metà dei 3.236 previsti entro la metà del 2026, pena la decadenza della licenza.

L’ostruzionismo di SpaceX

Nel frattempo SpaceX non sta a guardare e ha già messo i bastoni tra le ruote inoltrando le proprie obiezioni alla Fcc e chiedendo che la costellazione di Kuiper sia limitata a 578 satelliti e al guscio dei 630 km, almeno per il momento. L’autorità ha già rigettato le osservazioni dell’azienda di Elon Musk insieme alla richiesta di subordinare il dispiegamento di Kuiper a quello della seconda generazione Starlink. La Fcc ha anzi fatto sapere che le misure di sicurezza valide per Kuiper saranno applicate anche a Starlink a data da destinarsi.

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