Viasat ha acquisito Inmarsat per 7,3 miliardi di dollari. L’operazione amplia la rete sia broadband che narrowband delle due aziende nonché lo spettro disponibile in portafoglio. Il pagamento agli azionisti di Inmarsat sarà fatto parzialmente in cash (850 milioni di dollari) e parzialmente in azioni Viasat (3,1 miliardi); Viasat si assume inoltre circa 3,4 miliardi di debito. Il deal dà luogo, come si legge nella nota per i media, a una fusione tra Viasat, azienda globale delle comunicazioni con sede centrale in California, e Inmarsat, fornitore globale di servizi di comunicazione mobili via satellite con sede centrale nel Regno Unito.
Le due aziende uniscono i loro asset terrestri e satellitari con l’obiettivo di creare un’offerta più completa di servizi per la banda ultra-larga. Viasat e Inmarsat intendono imporsi su specifici mercati come le location ad alta domanda di banda e velocità e bassa latenza (per esempio, porti e aeroporti), che potranno essere offerti con costi inferiori a quanto potrebbe fare ciascuna delle due aziende singolarmente.
Le infrastrutture complementari di Viasat e Inmarsat e le risorse della nuova organizzazione allargheranno la disponibilità di nuovi servizi avanzati sia mobili che fissi offrendo più scelta sia nel segmento broadband che in quello narrowband che include l’IoT o Internet of things.
Indice degli argomenti
Potenziamento della copertura nelle bande K e L
La chiusura del deal è prevista per la seconda metà del 2022. Insieme Viasat e Inmarsat potranno offrire un ampio portafoglio di licenze per lo spettro nelle bande Ka, L ed S e gestiranno una flotta di 19 satelliti (già in servizio) cui se ne aggiungeranno altri dieci attualmente in costruzione e il cui lancio è previsto nei prossimi tre anni.
La nuova Viasat allargherà la copertura nella banda Ka, includendo le zone polari e supportando applicazioni che richiedono larga banda. Saranno potenziati gli asset nella banda L (grazie allo spettro di Inmarsat) e sarà offerta una connettività IoT “altamente affidabile e resistente a diverse condizioni climatica”.
Un nuovo player delle reti ibride spaziali e terrestri
Questa fusione permette alla “nostre comuni ambiziosi di connettere il mondo” di fare un ulteriore passo in avanti, ha commentato il presidente esecutivo di Viasat, Mark Dankberg. Il top manager ha evidenziato l’unione di “team, tecnologie e risorse” per ottenere crescita profittevole dalla fornitura di servizi innovativi di banda ultra-larga e Internet delle cose. Insieme le due aziende potranno creare “nuove reti ibride spaziali e terrestri che abilitano migliori prestazioni, copertura, velocità e affidabilità e danno più valore ai clienti”.
“Insieme le due aziende daranno vita a un nuovo player globale con la scala e le dimensioni per dar forma al futuro di un’industria dinamica e in crescita”, ha affermato Rajeev Suri, Ceo di Inmarsat.
Supporto alla space economy britannica
Viasat ha anche sottolineato di voler far leva sulla presenza di Inmarsat in Regno Unito e ha assicurato che manterrà e anzi amplierà gli investimenti della nuova entità nelle comunicazioni spaziali britanniche. Continuerà inoltre a dare sostegno alla Strategia spaziale nazionale del governo e estenderà la sua collaborazione con Londra per portare nuove capacità nelle comunicazioni spaziali e tecnologie avanzate al Paese. Viasat intende conservare e allargare la sede centrale di Inmarsat a Londra e di espandere la sua presenza in Australia e Canada e anche in Europe, Medio Oriente, Africa e Asia-Pacifico.
I risultati di Viasat
In parallelo con il merger Viasat ha comunicato i risultati finanziari del secondo trimestre dell’anno fiscale 2022, con fatturato record di 701 milioni di dollari, un incremento del 27% anno su anno. L’Ebitda adjusted è di 155 milioni di dollari, pari a un aumento del 19% anno su anno. Il traino della crescita sono i servi satellitari che hanno fatturato la cifra record di 300 milioni di dollari (+39% anno su anno). La graduale ripresa dei viaggi in aereo ha contribuito al risultato, visto che Viasat offre anche servizi di connettività in volo. Altro traino ai conti sono state le recenti acquisizioni e operazioni di mercato.