Telesat sta pensando di ridurre la propria costellazione di telecomunicazione a banda larga Lightspeed a causa di ritardi lungo la catena dei fornitori e di dinamiche inflattive che stanno facendo aumentare i costi oltre i 5 miliardi di dollari previsti. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato Daniel S. Goldberg nel corso di una conferenza stampa sui risultati finanziari per il 2021 tenutasi lo scorso 18 marzo. Per l’occasione la società di Ottawa, che dal novembre scorso è quotata al Nasdaq e al Toronto Stock Exchange, ha dichiarato un fatturato di 758 milioni di dollari canadesi (-4%) e un margine netto che è sceso da 246 a 158 milioni a causa principalmente di mancati rinnovi di contratti di servizio per problemi legati alla pandemia.
“Dobbiamo raccogliere più denaro oppure rivedere al ribasso la costellazione”, ha detto il ceo di Telesat che nel febbraio del 2021 ha scelto la Thales Alenia Space come contraente principale per la fornitura dei 298 satelliti destinati a Lightspeed. La società partecipata tra Thales e Leonardo aveva già dichiarato ritardi per problemi riguardanti i fornitori legati alla situazione pandemica. A questi si sono sommati gli aumenti di prezzo generalizzati. “Ci sono problemi alla catena di fornitura che stanno causando ritardi e ci sono pressioni inflattive sull’intera economia, siamo morsi da entrambe la cose. È troppo presto per dire in quale direzione andremo, ma Telesat ha ampio margine di manovra per ridimensionare il numero di satelliti di Lightspeed”.
L’ipotesi è di passare da 298 a 188 satelliti (78 in orbita polare e il resto su orbite inclinate) raggiungendo comunque una copertura globale. Gli altri 110 potrebbero essere aggiunti successivamente portando Lightspeed alla larghezza di banda prevista di 15 terabit/secondo. Goldberg ha comunque affermato che Telesat è alla ricerca di finanziamenti per portare a termine il proprio progetto per il quale ha anche ricevuto 1,15 miliardi dal governo canadese. “Se le cose hanno la svolta che pensiamo possano avere, inizieremo a lanciare nel 2025 ed entreremo in servizio nel 2026” ha affermato. A questo scopo, Telsat ha firmato due contratti separati con Blue Origin e Relativity Space nel 2019 per un numero imprecisato di lanci con New Glenn e Terran 1, vettori che finora non hanno mai volato e che dovremmo vedere staccarsi dal suolo nel corso di quest’anno.
Goldberg ha inoltre affermato che altre aziende stanno subendo ritardi per le loro reti satellitari a banda larga per gli stessi motivi. Il manager canadese ha citato OneWeb, che ha dovuto rinunciare anche ai lanci previsti con le Soyuz a causa dell’embargo bellico contro la Russia, e un’altra azienda della quale non ha fatto il nome. Anche SpaceX, che sta andando spedita lanciando ogni settimana grappoli di satelliti per la sua Starlink, sta subendo comunque ritardi a causa di carenze legate ai semiconduttori e ai microprocessori. Tutte da verificare invece le conseguenze contrattuali con Thales Alenia Space.