VENTURE CAPITAL

SpaceTech e Osservazione delle Terra: in Israele fondo da 125 milioni

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Via a Earth & Beyond Ventures, è il primo nel suo genere nel Paese: si punta a finanziare le startup più innovative in grado di sviluppare tecnologie utili a fornire soluzioni nel breve termine ai problemi più urgenti del nostro pianeta, dalla lotta al cambiamento climatico alla ricerca di nuove fonti di energia e materiali allo sviluppo di piattaforme informatiche

Pubblicato il 20 Feb 2023

La tecnologia spaziale israeliana ha appena ricevuto una grossa spinta. È stato creato “Earth & Beyond Ventures”: è un nuovo fondo venture capital (ancora in fase iniziale), dedicato all’industria spaziale che investirà 125 milioni di dollari in startup locali.

“I risultati di Israele nello sviluppo di tecnologie innovative sono famosi in tutto il mondo, ma molti non si rendono conto che Israele è stato uno dei primi Paesi a progettare, costruire e lanciare un proprio satellite, un’impresa che richiede un’enorme esperienza e know-how interdisciplinare”, osserva Baruch Schori, ceo di “Earth&Beyond Ventures”: “Insieme ai nostri investitori e partner nell’ecosistema, il nostro compito è identificare e supportare le tecnologie e le idee che possano diventare potenti applicazioni non solo qui sulla Terra, ma anche nello Spazio“.

Chi sono i soci del fondo

Il nuovo fondo ha lo scopo di sfruttare l’esperienza di Israele nel settore aerospaziale, nell’ingegneria satellitare e nel crescente mercato del New Space. È infatti il primo fondo del suo genere in Terra Santa a concentrarsi su innovazioni che possano funzionare sia nello Spazio che sulla Terra.

Soci accomandatari del fondo sono Daniel Recanati, fondatore di Rhodium; Doron Zauer; Israele Biran; e Ofer Asif di Spacecom. I sostenitori includono: Corning, il gigante mondiale dei materiali e della produzione che fornisce materiali e prodotti alla Nasa da oltre 50 anni; l’azienda giapponese di elettronica Kyocera; Samtec, un produttore globale di componenti di connettività elettronica; Spacecom, fornitore israeliano di servizi di comunicazione satellitare, e infine l’Autorità israeliana per l’innovazione.

Un settore in forte espansione

Gli investimenti nella tecnologia spaziale sono cambiati negli ultimi anni. È ormai noto che, mentre in un passato, l’industria era dominata dai finanziamenti governativi e l’attenzione era rivolta principalmente all’esplorazione spaziale e alla difesa, al giorno d’oggi, gli investimenti provengono maggiormente dal settore privato, con imprenditori come Elon Musk e Jeff Bezos in testa.

Non a caso, Bank of America Merrill Lynch e Morgan Stanley hanno stimato che “Space 2.0” potrebbe generare entrate per oltre 1 trilione di dollari entro il 2040. Tra il 2012 e il 2021, l’investimento annuo totale nel settore spaziale commerciale è cresciuto da 300 milioni di dollari a oltre 10 miliardi di dollari, secondo Mc Kinsey.

I fattori che trainano la crescita

Una crescita trainata da progressi tecnologici, un aumento della domanda di servizi spaziali; una maggiore logica di mercato, i programmi della Nasa per le missioni sulla Luna e Marte, la concorrenza di Cina, India e Agenzia spaziale europea. Con anche Regno Unito, Francia, Italia, Giappone e Corea del Sud che hanno piani ambiziosi per lo Spazio.

I futuri campi di sviluppo

Le società di new space economy sono più focalizzate nel fornire servizi sull’osservazione della Terra, l’archiviazione ed elaborazione di dati, lo sviluppo di materiali per satelliti più leggeri; la produzione direttamente nello Spazio e la scoperta di medicinali a gravità zero per le aziende farmaceutiche.

Nonostante le sue piccole dimensioni, Israele ha esperienza in molte delle tecnologie richieste dalle startup spaziali, tra cui lo sviluppo di semiconduttori, robotica, sensori, fattorie intelligenti, informatica quantistica, energia solare, sicurezza informatica e proteine ​​alternative.

A breve termine, “Earth & Beyond” spera che quelle stesse tecnologie forniscano soluzioni per i problemi più urgenti del nostro Pianeta, come per esempio prevenire ulteriori cambiamenti climatici, trovare nuove fonti di energia e materiali e sviluppare piattaforme informatiche più veloci.

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