“Nel 2022 Primo Space continuerà a investire sia in Italia sia all’estero nelle startup, negli “astroimprenditori” e nelle tecnologie che stanno trasformando il settore dello Spazio, spesso a cavallo tra più settori industriali e discipline accademiche”. Lo annuncia a Spaeconomy360 Raffaele Mauro,– insieme con Matteo Cascinari, Giorgio Minola – Partner di Primo Space, il primo fondo italiano ed europeo dedicato alla space economy partito a luglio del 2020 e che ha già finanziato numerose iniziative.
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Raffaele Mauro, come sta evolvendo lo scenario della space economy?
L’economia e la tecnologia legate allo spazio sono oggi nel pieno di una grande trasformazione. Tra le chiavi di questa evoluzione c’è stata la nuova onda di imprenditori dello spazio e dei capitali di rischio a loro supporto. In particolare, gli investimenti privati hanno inoltre raggiunto un’impennata: secondo il report di Space Capital sulle operazioni svolte nel 2021, i fondi di venture capital nel corso dell’anno hanno collocato 17,1 miliardi di dollari nelle startup legate allo spazio, supportando complessivamente 328 imprese e toccando il 3% del flusso degli investimenti in venture capital al livello mondiale. Si tratta di una transizione non scontata, dato che l’ambito dello spazio era percepito come eccessivamente costoso, complesso e rischioso.
E come si sta evolvendo la strategia di Primo Space?
È all’interno di questa onda che nasce il progetto di Primo Space, iniziativa partita nel luglio 2020 e che ad oggi ha raccolto circa 86 milioni di euro da poter investire nel settore. L’architettura del fondo si basa anche sull’infrastruttura di Primo Ventures, una società di gestione del risparmio che ha più fondi in gestione e che segue anche un ramo di investimenti digitale, della collaborazione di istituzioni scientifiche come la Fondazione Amaldi, della presenza di un consigliere scientifico di alto profilo come il professor Roberto Battiston e di venture partner come Piero Messidoro.
Primo Space al momento della sua fondazione era il primo fondo di questo genere nell’Europa continentale, dopo l’esperienza di Seraphim Capital nel Regno Unito, ed è poi stato seguito da altri. Il fondo ha realizzato fino ad ora sette investimenti, dei quali cinque in Italia e due all’estero, coprendo un ampio spettro di tipologie di impresa e di settori. Si va da imprese che seguono lo sviluppo di software e sistemi di machine learning per le missioni spaziali, come Aiko a Torino, a chi si occupa di sviluppo di ground station per le costellazioni di microsatelliti, come Leaf Space, da chi utilizza tecnologie robotiche per la manifattura additiva, come Caracol Advanced Manufacturing, a chi sta creando nuove tecnologie di lancio, come Pangea Aerospace in Spagna e Sidereus Space Dynamics tra Napoli e Torino.
Quali sono i prossimi obiettivi?
Oggi quando si parla di space economy si intende anche la creazione di sistemi per la protezione dal cambiamento climatico, per il sostegno all’agricoltura, per l’internet of things, per comunicazione sicura di informazioni. Siamo alla ricerca costante di imprenditori di talento e di imprese in diversi stadi di maturità, con un’attenzione particolare a quelle nella prima fase del loro ciclo di vita, con una ricaduta produttiva e occupazionale in Italia e orientate verso un profilo di scalabilità.
Articolo originariamente pubblicato il 05 Apr 2022