La Corea del Sud ha completato con successo il lancio di Nuri, primo razzo costruito tutto in casa aprendo così una nuova era per l’ambizioso programma spaziale di Seoul. Nuri (‘mondo’ in coreano), nomignolo ben più informale di Korea Space Launch Vehicle-II (KSLV-II), è stato lanciato alle ore 16 di ieri dalla piattaforma 2 della base Naro Space Center di Goheung, nella provincia di South Jeolla, sulla costa meridionale della penisola, portando in orbita eliosincrona a 700 km di altitudine un carico composito quanto corposo.
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Portata fino a 1,5 tonnellate
Il primo payload è un satellite di verifica delle prestazioni da 162 kg che ha subito preso contatto con la base negli Usa, seguito da cinque nanosatelliti – uno di classe 6U, tre di classe 3U e un altro non comunicato – per scopi tecnici e di ricerca. Uno di questi è falso, così come un altro grande satellite da 1,3 tonnellate, messo per verificare le capacità di carico del razzo a tre stadi a propellente liquido progettato dall’Istituto coreano di ricerca aerospaziale (Kari, Korea Aerospace Research Institute) per portare in orbita compresa tra 600 e 800 km fino a 1,5 tonnellate di massa utile. La Corea del Sud è il settimo paese al mondo ad aver sviluppato un veicolo di lancio spaziale in grado di trasportare un satellite di oltre 1 tonnellata, dopo Russia, Stati Uniti, Francia, Cina, Giappone e India.
Quasi 50 metri di razzo
Il Nuri è un razzo a tre stadi. Il primo ha un diametro di 3,5 metri, un’altezza di 21,6 metri ed è fornito da 4 motori Jet-A/Lox Kre-075 alimentati ad elio, ciascuno capace di una spinta di 735 kN per 298 secondi. Il secondo stadio è largo 2,6 metri e alto 13,6 metri con un singolo identico motore che fornisce una spinta di 788 kN per 148 secondi. Il terzo stadio ha un motore Jet-A/Lox Kre-007 da 68,7 kN che lo spinge per 325 secondi e poi provvede a funzionare per altri 500 secondi così da posizionare in orbita il carico utile. Il razzo è alto complessivamente 47,2 metri e ha una massa totale di 200 tonnellate. La Corea è inoltre l’undicesimo paese nella storia ad aver inviato un satellite in orbita.
La Corea del Sud sulla Luna nel 2031
Il prossimo passo sarà sviluppare razzi più potenti e sistemi satellitari che sfrutteranno tutta la tecnologia che il paese asiatico possiede del campo delle telecomunicazioni e che rappresenta la forza della sua potentissima industria dell’elettronica di consumo. Il programma prevede la realizzazione di reti 6G, sistemi di sorveglianza e persino una missione lunare prevista per il 2031. La Corea del Sud aveva già lanciato il suo primo razzo ‘Naro’ nel 2013, ma il vettore era di costruzione russa, e aveva già tentato il lancio di Nuri lo scorso ottobre, ma il cattivo funzionamento del terzo stadio aveva impedito il completamento della missione. Il lancio di ieri era in verità previsto lo scorso giovedì 16 giugno, ma un problema tecnico nel sensore del serbatoio dell’ossidante aveva costretto al rinvio.
Un messaggio al mondo e al vicino
Il governo sudcoreano ha investito nel suo razzo l’equivalente di 1,8 miliardi di dollari dal 2010 e l’obiettivo, neppure nascosto, è anche quello di competere con la Corea del Nord che, con i suoi programmi per missili balistici militari, rappresenta una minaccia non solo per la “sorella” sotto il 38° parallelo, ma anche per tutto il Sud-Est asiatico. “Cari concittadini, lo spazio della Repubblica di Corea ora è completamente aperto” ha dichiarato il ministro della Scienza, Lee Jong-Ho. “La scienza e la tecnologica della nostra Repubblica – ha detto poi il politico coreano – hanno fatto grandi progressi, e il governo proseguirà nella sua marcia per un potere spaziale per il popolo”. La Corea del Sud prevede di lanciare altri quattro razzi Nuri entro il 2027.