L’INTERVISTA

Distretto Piemonte, Quagliotti: “Città dell’aerospazio grande opportunità”

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La presidente del cluster regionale aerospace: “Il nostro punto di forza è poter contare su tutte le competenze utili al comparto, dai velivoli ai sistemi propulsivi agli equipaggiamenti, dalla robotica all’esplorazione spaziale. E la collaborazione tra imprese, mondo accademico e centri di ricerca porterà vantaggi a tutti”

Pubblicato il 06 Dic 2022

fulvia quagliotti

“Il comparto dell’aerospazio in Piemonte conta su un fatturato, nel 2021, di sette miliardi di euro, con 20mila addetti e 350 Pmi, alcune delle quali operano sia per l’automotive che per l’aerospazio. Il grande vantaggio su cui il nostro territorio può contare è la presenza di tutte le competenze dell’aerospace, dai sistemi propulsivi con Avio Aero, ai velivoli e dell’elettronica con Leonardo, dagli equipaggiamenti e della logistica, ai supplier e alla presenza di Thales Alenia Space per l’esplorazione spaziale, la robotica e i satelliti. In questa cornice il distretto aerospaziale contava nel 2020 su 35 pmi, che oggi sono diventate 60, per un totale di 80 associati. In ‘lista d’attesa’ al momento ci sono altre 2 Pmi e due microimpresa, il cui ingresso sarà formalizzato nella prossima assemblea dei soci”.

A raccontare in questa intervista a SpacEconomy360 le attività del distretto aerospaziale del Piemonte è la presidente Fulvia Quagliotti, che spiega anche quali sono le potenzialità del settore per la Regione, oggi e guardando al futuro.

Quagliotti, come è organizzato oggi il distretto?

Il nostro distretto fa capo alla Regione Piemonte, che esprime il presidente e uno dei due vicepresidenti, mentre l’altro è indicato dalle aziende e il direttore è di nomina del presidente. Tra le istituzioni partecipano il Comune di Torino, la Città Metropolitana, la Camera di Commercio, Finpiemonte, e Finpiemonte partecipazioni. Ne fanno parte anche l’Unione industriali, l’Api (associazione piccole imprese), e tre università del Piemonte: il Politecnico di Torino, l’Università di Torino e l’Università del Piemonte Orientale. Ma abbiamo anche l’its Meccatronica e Aerospazio. Tre inoltre i centri di ricerca: InRiM, l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, la fondazione Links, molto attiva su progetti europei anche in campo aerospaziale, e Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisica nella sua sede di Pino Torinese. Le grandi aziende sono cinque: Leonardo tra Torino e Caselle, Thales Alenia Space, Avio Aero, Collins Microtecnica e Mecaer. Per completare il quadro con le Pmi, c’è da aggiungere che si trovano in gran parte nella provincia di Torino, soprattutto attorno alle grandi aziende, ma stiamo assistendo a una partecipazione crescente anche dagli altri territori della Regione.

Il monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo ha ultimamente evidenziato un dato importante: l’export nel settore aerospaziale del Piemonte segna un +154%. Come si spiega questo risultato?

Le esportazioni delle nostre aziende sono per il 30% verso gli Stati Uniti, per il 25% verso la Germania e per il 17% verso il Regno Unito. Poi ci sono una serie di collaborazioni internazionali come quella di Leonardo nel progetto Tempest, di Avio Aero in Euromale con la fornitura del motore Catalyst. I risultati si spiegano anche con il fatto che durante l’emergenza pandemia i progetti dello spazio non si sono fermati, pur subendo qualche piccolo rallentamento. Quanto all’industria aeronautica, inoltre, che è stato un settore particolarmente penalizzato dall’emergenza Covid-19, Leonardo ne ha risentito di meno per via della sua specializzazione, sul nostro territorio, nel campo della Difesa. L’attività delle nostre cinque grandi aziende ha avuto un effetto positivo su tutta la supply chain, grazie a un ecosistema strutturato.

Quali sono le contaminazioni tra la vocazione tradizionale del vostro territorio, quella dell’automotive, e l’aerospazio?

Ci sono diversi punti di contatto, come ad esempio le attività sull’advanced air mobility. Ci sono aree di collaborazione che sono in grado di portare vantaggi competitivi e di business a entrambi i comparti, con l’aerospazio che può dare un notevole contributo  all’automotive, ad esempio, nel campo dell’innovazione. I due settori continueranno a convivere, ognuno con le proprie peculiarità, ma entrambi impegnati a cercare punti di contatto. Molte Pmi, ad esempio, hanno una presenza tradizionale nell’automotive e hanno più recentemente provato a spostare il loro interesse anche sull’aerospazio, rinnovandosi. La principale difficoltà che incontrano è quella delle certificazioni richieste, che sono particolarmente stringenti. Per questo abbiamo in programma di organizzare anche percorsi di formazione per aiutarle a capire come avvicinarsi a questo mondo mantenendo competitività.

Che tipo di collaborazione siete riusciti a instaurare nel tempo con gli atenei e i centri di ricerca del territorio?

Io arrivo dal Politecnico di Torino, dove sono stata per 40 anni docente nel settore aerospaziale: insegnavo meccanica del volo. E posso dire a ragion veduta che la collaborazione è indispensabile. Un esempio lampante potrebbe essere quello della Città dell’Aerospazio, nata da un’idea di Leonardo e del Politecnico di Torino, che prevede tra i progetti la creazione di laboratori in cui si faranno ricerche vedranno a stretto contatto il personale delle aziende e i ricercatori, con le aziende che investiranno su tecnologie avanzate, la propulsione con motori ibridi, elettrici e a idrogeno. Di questo contatto costante tra imprese e ricerca trarranno beneficio sia l’industria che l’università.

Recentemente la ministra dell’università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha rilanciato il progetto per il centro di ricerca sull’Automotive e l’Aerospazio di Torino. Quanto sarebbe importante per il distretto aerospaziale del Piemonte?

Il progetto Città dell’Aerospazio prevede investimenti per un miliardo e 300 milioni, per creare nell’area un tempo occupata da Alenia e poi passata a Leonardo un polo di riferimento dell’aerospazio per il Piemonte, ma anche a livello nazionale e internazionale. Prevede 12 sottoprogetti, di cui uno è il nucleo dei laboratori di cui abbiamo appena parlato. Con il valore aggiunto di avere accanto un aeroporto, Torino Aeritalia, che sarà punto di riferimento anche per la sperimentazione avanzata. In parallelo sull’area di Mirafiori sta nascendo il centro di ricerca sull’automotive: due nuclei che rappresentano le esperienze “storiche” del territorio e il suo futuro sviluppo.

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